Poesie di Enrico Uscieri

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Stai lì nuda,
Non so dipingere o ti ritrarrei,
a malapena scrivo
con questa emozione.
Scrivo "nuda",
diecimila o centomila volte
non importa
tanto per chi legge
non ha alcun significato.
Rimane vuota questa parola,
anche il significante
non dovrebbe esistere senza te.
Ahimè,
avrei dovuto imparare
a dipingerti.
Enrico Uscieri
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    Rancore

    Più voglio che te ne vai
    più ti avvicini a me
    e mi chiedo il perché
    non riesco a scacciarti via, mai...

    ... mi abituerò al tuo alito
    sul mio collo che mi scortica
    la pelle per toccare la mia anima
    e torturare il mio cuore.

    Graffianti e allettanti i tuoi sussurri all'orecchio
    ma non basteranno a sviscerare i miei pensieri.
    Non uscirà mai dalla mia bocca la tua voce,
    soffocherai senz'aria nella mia gola.

    Ti domerò bastardo,
    tradirò le mie emozioni
    e ti imprigionerò dove non potrai scappare.
    Tra le mie mani perirai.

    Non spezzerai le sbarre della mia prigione,
    non sorpasserai i limiti della mia ragione.
    Ti ghermisco qui con queste parole
    dannato, fottuto rancore...
    Enrico Uscieri
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      Utopia o Specchio dell'Anima

      Tu che sei simile a me,
      tu che come me hai progettato un futuro costruito su una speranza
      e ne sei rimasto amaramente deluso:
      Come si fa a sopravvivere?
      Come si fa a non mollare?
      Come si fa a smettere di sanguinare?
      Ad andare avanti, come si fa?
      A non pensarci, a ricominciare?
      Dimmi come si fa se lo sai
      perché sento gli organi implodere su se stessi,
      sussultare ogni secondo e battere insieme al cuore,
      che da uno squarcio sta perdendo lentamente la sua vita.
      Dimmelo o potrei scivolare lentamente sottoterra.
      Dimmelo, perché adesso vedo una strada non costruita,
      senza asfalto,
      che mi si para dinnanzi?
      Perché quella salita,
      che mi avvicinava sempre di più alla felicità,
      è stata bruscamente interrotta?
      Dimmelo che ho sbagliato.
      Che sono un ingenuo, un debole.
      Dimmelo che sognare è da sciocchi.
      Dimmi che è colpa mia e non del mio sogno agognato.
      Dimmi che non avrei fallito se fossi stato diverso.
      Raccontami di te e dimmi che tu avresti fallito come me.
      Che alla fine non ho sbagliato nulla,
      ma che semplicemente non ero pronto.
      E che forse il mio unico errore è stato crederci troppo.
      Ingannami crudelmente ma regalami altra speranza.
      Drogami di falsa felicità.
      Di quel sentimento che gli rassomiglia tanto,
      ma che con tanta facilità ti si dissolve tra le mani.
      Curami il cuore prima che smetti di battere.
      Oppure uccidimi prima di vederlo piangere altre lacrime.
      Rubami l'anima e nascondila dove non possa trovarla.
      E se il mio corpo vorrà cercarla privami delle gambe
      perché così non possa andare a cercarla.
      Non farmi provare più emozioni e non farmi raggiungere ciò che voglio.
      Svuotami tutto e riempimi di solitudine.
      Inchiodami le mani con spuntoni di odio.
      Impediscimi di farmi ancora del male.
      E poi, se puoi, se vuoi,
      portati con te la mia speranza,
      che mi ha tradito e ghermito tra le sue debolezze.
      Stammi vicino e continua a parlarmi,
      e sì, narrami della mia vita raccontandola a memoria.
      E quando arriverai all'avvelenato pugnale prendilo tra le tue mani,
      esattamente come fece il Destino,
      e infilamelo nel petto perché non voglio fare altro.
      Non voglio fare altro che rivivere ogni secondo di quel pugnale.
      Non voglio fare altro che risaggiarne la punta entrarmi tra le costole.
      E se è il dolore che amo soffrirò per il resto della mia esistenza,
      ma ti prego non fermarti e porta dentro tutta la lama.
      E se poi piangerò è solo perché ho riprovato la stessa emozione,
      amore, odio e frustazione...
      E dopo aver finito di uccidermi
      non lasciarmi cadere a terra ma sorreggimi per le braccia.
      Ma non levarmi quel pugnale dal petto...
      perché è la cosa più cara che ho al mondo.
      Dimmi che non sono uno stupido poi
      e ripetimi di nuovo che non è colpa mia
      e che non sono il primo a cadere in questa trappola.
      Accarezzami sulla guancia
      sentendo la barba che graffia il dolce palmo della tua mano
      e forse la diffidenza scomparirà.
      E poi, se riesci, se non fallisci
      estraimi quel pugnale e cancellalo dai miei ricordi.
      Perché forse allora avrò capito che non è il meglio,
      ma solo una buca sulla mia strada
      che adesso è stata riempita.
      E se ancora costanti dubbi mi assalissero,
      fermami e fammi sedere
      e come se fossimo a scuola insegnami a vivere
      al meglio la mia vita.
      Ma ti prego non abbandonarmi anche tu
      perché diverrai la cosa più importante che ho.
      Non trasformarti in pugnale,
      ma divieni penna
      per poter scrivere su un foglio di carta la nostra felicità.
      Poi invecchiamo, ma non smettiamo di fare l'amore
      e continuiamolo a farlo come se fosse la prima volta.
      Continuiamo a provare lo stesso imbarazzo quando ci baciamo
      e la stessa tristezza quando un impegno ci separa.
      E cercami come se fossi aria ed acqua
      e tutto ciò che ti è essenziale per vivere.
      Ed allora capirò che la vita non è crudele,
      ma che siamo noi che scegliamo di farci del male a volte.

      Ti amo già anche se non ti conosco...
      E sono qui ad aspettarti,
      dolce, ignoto futuro...
      Enrico Uscieri
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        Quella che non sei

        Passano le ore
        che cercano parole,
        scusanti di silenzi imbarazzanti
        di un tempo che ci porta a ritroso
        per uno spazio attraversato
        e mai osservato.
        E mentre il cielo
        diviene la realtà dei miei ultimi respiri
        mi ricordo di quella che non eri,
        che non sei e che non sarai,
        in mezzo alle tue paure,
        nascosta dalle tue acconciature,
        dietro troppo rimmel
        i tuoi occhi perdon calore
        e tra lacrime tarde
        si può veder colare il colore
        che scivola a disturbare i miei sogni.
        E mentre il cielo
        diviene la realtà dei miei ultimi respiri
        mi accorgo per fine
        di quanto sia immenso l'ultimo attimo che la vita mi ha donato...
        Enrico Uscieri
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          Paura

          Così tante cose da dire,
          ma nessuna di cui valga la pena parlare.
          Lingua smorzata su movimenti desiderati,
          parole pensate e mai pronunciate,
          errori da cancellare...

          C'è una possibilità di redimersi?

          E mentre vedo i pensieri sovrapporsi,
          affiora in me il desiderio del silenzio...
          Enrico Uscieri
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            Spazio

            Non vale la pena di continuare a volare,
            dispiegare le ali e lasciarsi andare,
            voglio continuare a cadere
            ed a farmi accarezzare dal tempo.

            Sono davvero importanti le stelle?

            Quando tutto odora di rotto,
            inizio a chiedermi quando inizierà a piovere
            sui marciapiedi bagnati dal mio pensiero,
            nelle pozzanghere insidiose tra i miei piedi.

            È davvero così bella la luna?

            Risento ancora il sapore del bruciato
            risalire per la mia lingua
            e di nuovo riconosco l'amore
            e l'importanza che il silenzio a volte regala.

            È davvero così immenso il cielo?

            Certe notti basta solo passarle fissando l'oscurità
            per accorgersi che lo spazio può attendere,
            perché è inutile iniziare a desiderare
            se non si sa cosa la vita ti ha già dato...
            Enrico Uscieri
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              Continua a volteggiare

              Non urlerò vai pure.
              Non griderò né mi lamenterò.
              Anche se ti potrà sembrare strano
              io non farò nulla per fermarti.

              Spicca il volo io stavolta non ti seguirò
              rimango qui con le ali tra le mani,
              con delle ali strappatemi
              da artigli troppo forti.

              Rimango qui a fissarti volteggiare
              tra le nuvole ed a sognare di poter
              tornare a farlo insieme a te.
              Sento i piedi sprofondare nel terreno.

              Dimenticati di me ti prego
              lasciami qui a terra non voglio più rialzarmi.
              Continua a volteggiare
              e prometti di non girarti mai...

              Potresti vedermi piangere.
              Enrico Uscieri
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