Poesie di Domenico Manetta

Dipendente statale, nato domenica 19 ottobre 1958 a San Giovanni Gemini (AG) (Italia)

Le parole che non ti ho detto

Se un giorno, ancor vitali, potremo
percorrere sereni l'ultimo sentiero,
con pochi rimpianti giungeremo
al meritato "riposo del guerriero",
e, soddisfatti del nostro passato,
andremo, lieti, incontro all'ignoto;
poi ci volteremo, una volta, indietro
a rivedere come abbiamo vissuto;
e, prima d'avviarci verso il viale
di quel tramonto che ci attende,
ci fermeremo qualche istante
per goderci quell'intimo presente.

In quei pregni momenti del finale,
densi d'intese, da amato ad amante,
ti guarderò, e, tenendoti per mano,
ti sussurrerò parole: tutte quante
ispirate, in versi, e non una invano;
le istintive, come sempre, in dialetto,
ma le più struggenti le saprò dire piano,
e solo quelle che non ti ho mai detto.
Domenico Manetta
Composta venerdì 21 maggio 2010
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    Ad ali spiegate

    T'arrovellavi la mente, senza posa,
    su quei libri, china e pensierosa,
    dentro la tua stanza sempre chiusa;
    ed io m'inventavo qualche scusa
    per distoglierti, per un momento,
    da quello strenuo studio accurato,
    di passione intriso e godimento.

    Col tarlo d'avere bene studiato,
    passasti tutto l'anno in fermento,
    ma, dopo averlo a lungo aspettato,
    fosti pronta a quell'appuntamento.

    Conscia del valore, mai ostentato,
    affrontasti ogni ispido argomento
    con sagacia, acume e piglio attento;
    e sostenesti, insieme allo sguardo,
    a sangue freddo e dovuto riguardo,
    con sicurezza, l'esame di stato,
    meritandoti, ampiamente, il "100"!

    Che soddisfazione mi hai dato!
    E quanto sono fiero e contento!
    Ma tu archiviasti tutto quanto,
    essendo aliena dal complimento.

    Sorniona e senza risentimento
    verso i compagni senza vanto
    (raccomandati e parassiti intendo),
    gli ipocriti alieni ed i saccenti
    e, bruscamente, gli insolenti!

    E volgi altrove, già, lo sguardo,
    teso verso il prossimo traguardo,
    a scrutare l'ultimo orizzonte,
    ben oltre l'ovvio e l'evidente.

    Col tuo ingegno e col talento
    e con quell'intuito illuminante,
    svelerai il quid del trascendente?
    O, tra i quanti dell'inconsistente,
    oserai ai confini del transeunte?
    Sonderai i meandri della mente
    o la quintessenza del firmamento?

    Saprai protenderti a così tanto?
    O t'accontenterai, com'è nel tuo intento,
    di scoprire i forzieri che andrai violando,
    scavando la terra nel profondo?

    Non so che farai, ma ti raccomando:
    conta, sempre, su di te, soltanto!
    E abbatti i muri che avrai di fronte!
    Questo è l'auspicio che ti estendo,
    ma senza sprone, ché sei già un portento!
    Per questo sei fatta o per un altro mondo?
    Domenico Manetta
    Composta sabato 21 luglio 2007
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      A te che sei speciale

      Non sapendo più che fare
      per farti capire che sei speciale,
      provo a dirtelo con parole
      scritte in versi essenziali,
      accorate, semplici e solari,
      che ti giungano dritte al cuore,
      per potertele sussurrare
      quando sei di malumore,
      perché possa ricomparire
      sul tuo viso da incorniciare,
      quel sorriso naturale
      che lo faccia illuminare;

      e che mi rimembri il candore
      degli acerbi tuoi anni giovanili,
      in cui mi attrassero gli stili,
      istintivamente impulsivi,
      dei tuoi gesti caratteriali,
      e quegli sguardi vispi e schivi
      che mi fecero innamorare:
      quella parte di te stessa
      che resiste, chiara e netta,
      indenne a quel che passa
      e a ogni cosa che è successa:

      come l'acqua che, costretta
      dall'argine del fiume in piena,
      pur se torbida e convulsa,
      ridiventa, nel suo delta,
      calma, limpida e serena,
      per proseguire la sua corsa
      nel quieto mare in cui si getta.
      Domenico Manetta
      Composta lunedì 21 maggio 2012
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