Le migliori poesie di Dino Campana

Poeta, nato giovedì 20 agosto 1885 a Marradi, Milano (Italia), morto martedì 1 marzo 1932 a Scandicci (Italia)

Scritta da: Silvana Stremiz

In un momento

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P. S. E così dimenticammo le rose.
Dino Campana
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Viaggio a Montevideo

    Io vidi dal ponte della nave
    I colli di Spagna
    Svanire, nel verde
    Dentro il crepuscolo d'oro la bruna terra celando
    Come una melodia:
    D'ignota scena fanciulla sola
    Come una melodia
    Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola...
    Illanguidiva la sera celeste sul mare:
    Pure i dorati silenzii ad ora ad ora dell'ale
    Varcaron lentamente in un azzurreggiare:...
    Lontani tinti dei varii colori
    Dai più lontani silenzii
    Ne la ceste sera varcaron gli uccelli d'oro: la nave
    Già cieca varcando battendo la tenebra
    Coi nostri naufraghi cuori
    Battendo la tenebra l'ale celeste sul mare.
    Ma un giorno
    Salirono sopra la nave le gravi matrone di Spagna
    Da gli occhi torbidi e angelici
    Dai seni gravidi di vertigine. Quando
    In una baia profonda di un'isola equatoriale
    In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
    Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
    Una bianca città addormentata
    Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
    Nel soffio torbido dell'equatore: finché
    Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
    Dopo molto cigolìo di catene e molto acceso fervore
    Noi lasciammo la città equatoriale
    Verso l'inquieto mare notturno.
    Andavamo andavamo, per giorni e per giorni: le navi
    gravi di vele molli di caldi soffi incontro passavano lente:
    Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina
    Una fanciulla della razza nuova,
    Occhi lucenti e le vesti al vento! Ed ecco: selvaggia a la fine di un giorno che apparve
    La riva selvaggia là giù sopra la sconfinata marina:
    E vidi come cavalle
    Vertiginose che si scioglievano le dune
    Verso la prateria senza fine
    Deserta senza le case umane
    E noi volgemmo fuggendo le dune che apparve
    Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume,
    Del continente nuovo la capitale marina.
    Limpido fresco ed elettrico era il lume
    Della sera e là le alte case parevan deserte
    Laggiù sul mar del pirata
    De la città abbandonata
    Tra il mare giallo e le dune...
    Dino Campana
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Notturno teppista

      Firenze nel fondo era gorgo di luci di fremiti sordi:
      Con ali di fuoco i lunghi rumori fuggenti
      Del tram spaziavano: il fiume mostruoso
      Torpido riluceva come un serpente a squame.
      Su un circolo incerto le inquiete facce beffarde
      Dei ladri, ed io tra i doppi lunghi cipressi uguali a fiaccole spente
      Più aspro ai cipressi le siepi
      Più aspro del fremer dei bussi,
      Che dal mio cuore il mio amore,
      Che dal mio cuore, l'amore un ruffiano che intonò e cantò:
      Amo le vecchie troie
      Gonfie lievitate di sperma
      Che cadono come rospi a quattro zampe sovra la coltrice rossa
      E aspettano e sbuffano ed ansimano
      Flaccide come mantici.
      Dino Campana
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        L'invetriata

        La sera fumosa d'estate
        Dall'alta invetriata mesce chiarori nell'ombra
        E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
        Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
        A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? C'è
        Nella stanza un odor di putredine: c'è
        Nella stanza una piaga rossa languente.
        Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
        E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c'è,
        Nel cuore della sera c'è,
        Sempre una piaga rossa languente.
        Dino Campana
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          La Chimera

          Non so se tra rocce il tuo pallido
          viso m'apparve, o sorriso
          di lontananze ignote
          fosti, la china eburnea
          fronte fulgente o giovine
          suora de la Gioconda:
          o delle primavere
          spente, per i tuoi mitici pallori
          o Regina o Regina adolescente:
          ma per il tuo ignoto poema
          di voluttà e di dolore
          musica fanciulla esangue
          segnato di linea di sangue
          nel cerchio delle labbra sinuose,
          regina de la melodia:
          ma per il vergine capo
          reclino, io poeta notturno
          vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
          io per il tuo dolce mistero
          io per il tuo divenir taciturno.
          Non so se la fiamma pallida
          fu dei capelli il vivente
          segno del suo pallore,
          non so se fu un dolce vapore,
          dolce sul mio dolore,
          sorriso di un volto notturno:
          guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
          e l'immobilità dei firmamenti
          e i gonfii rivi che vanno piangenti
          e l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
          e ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
          e ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
          Dino Campana
          dal libro "Canti orfici" di Dino Campana
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Marradi

            Il vecchio castello che ride sereno sull'alto
            La valle canora dove si snoda l'azzurro fiume
            Che rotto e muggente a tratti canta epopea
            E sereno riposa in larghi specchi d'azzurro:
            Vita e sogno che in fondo alla mistica valle
            Agitate l'anima dei secoli passati:
            Ora per voi la speranza
            Nell'aria ininterrottamente
            Sopra l'ombra del bosco che la annega
            Sale in lontano appello
            Insaziabilmente
            Batte al mio cuor che trema di vertigine.
            Dino Campana
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Donna genovese

              Tu mi portasti un po' d'alga marina
              Nei tuoi capelli, ed un odor di vento,
              Che è corso di lontano e giunge grave
              D'ardore, era nel tuo corpo bronzino:
              -Oh la divina
              Semplicità delle tue forme snelle-
              Non amore non spasimo, un fantasma,
              Un'ombra della necessità che vaga
              Serena e ineluttabile per l'anima
              E la discioglie in gioia, in incanto serena
              Perché per l'infinito lo scirocco
              Se la possa portare.
              Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
              Dino Campana
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                Scritta da: Maria Prisco

                In un momento

                In un momento
                sono sfiorite le rose
                i petali caduti
                perché io non potevo dimenticare le rose
                le cercavamo insieme
                abbiamo trovato delle rose
                erano le sue rose erano le mie rose
                questo viaggio chiamavamo amore
                col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
                che brillavano un momento al sole del mattino
                le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
                le rose che non erano le nostre rose
                le mie rose le sue rose.
                Dino Campana
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