Io non ho mani che mi accarezzino il volto, (duro è l'ufficio di queste parole che non conoscono amori) non so le dolcezze dei vostri abbandoni: ho dovuto essere custode della vostra solitudine: sono salvatore di ore perdute.
La sentenza che ora tu sai nulla di nuovo aggiunge a quanto già doveva esserti noto da sempre: tutto è scritto. Di nuovo è appena un fatto di calendario.
Eppure è l'evento che tutto muta e di altra natura si fanno le cose e i giorni.
Subito senti il tempo franarti tra le mani: l'ultimo tempo, quando non vedrai più questi colori e il sole, né con gli amici ti troverai a sera… Dunque, per quanto ancora?