Poesie di Dario Motti

Nato venerdì 1 settembre 1950 a milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Umorismo.

Scritta da: dax

Salire

Quando mi vedrai
salire sul monte nevoso
sulle ali della vittoria.

Saprai che ho raggiunto
la meta, la cima sarà conquistata
sul mio capo un sole infinito
m'illuminerà il volto.

Un braccio possente
mi inviterà varcare
la soglia del cielo.

Mentre i miei peccati
giaceranno nel fango
giù nella valle,
calpestati dai porci
e dagli uomini.
Dario Motti
Composta nel agosto 2007
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    Scritta da: dax

    Apocalisse

    Nel tremendo giorno del Signore
    la terra si ribellerà agli uomini iniqui.

    Tremeranno i potenti assisi su troni effimeri
    annegheranno l'orgoglio nelle acque vorticose.

    Piangeranno sui figli viziosi, senza futuro,
    sulle proprie anime in preda alla disperazione.

    Voi che avete gozzovigliato schiacciando gli umili
    anche i sassi si ribelleranno al vostro passaggio.

    Nelle vostre tasche il denaro diventerà sterco
    l'oro arrugginirà, subirete i morsi della fame.

    I vostri pianti non troveranno
    orecchi compassionevoli soccorrervi.

    L'abisso s'aprirà, cadrete nel nulla della mente
    nel silenzio eterno, nell'abisso senza fine.

    Tutto è compiuto, la Terra rinascerà
    nella luce d'un nuovo giorno libero!
    Dario Motti
    Composta nel agosto 2007
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      Scritta da: dax

      Piante

      Le piante arridono
      al nostro stupido orgoglio.

      Nel silenzioso oblio
      cadremo terrorizzati
      nel nulla, nell'abisso senza fine.

      Impotente la Luna piangerà
      sulle nostre ossa calcinate.

      Passate grandezze
      svanite nel tempo.

      Imperi crollati, ideologie fallite,
      democrazie incompiute,
      religioni spente.

      Nel brusio del vento morto
      la Terra consegnerà
      la palma della vittoria
      a neri scarafaggi,
      nuovi padroni del pianeta.
      Dario Motti
      Composta nel novembre 2007
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        Scritta da: dax

        il sentiero

        Dove il vento culla il bosco
        nel suo divenire di vita
        troveremo un altro sentiero,
        dove le api ronzano affannate
        il favo trasuda di dolce miele.

        Bacia il sole i verdi prati,
        i fiori s'aprono fiduciosi
        al suo apparire luminoso.

        Troveremo un altro sentiero
        che s'inerpica sù verso
        le nevi eterne, verso il cielo
        arrossato da nubi leggere
        che vagano verso il tramonto.

        Troveremo un tetto un rifugio;
        il calore del legno c'accoglierà
        con il profumo del pane.

        Il sanguigno vino addormenterà
        le nostre sensazioni
        nel riposo d'un sonno ristoratore.

        Ci risveglieremo in una nuova
        alba di freschezza e vitalità,
        giovani eternamente.
        Dario Motti
        Composta nel settembre 2007
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          Scritta da: dax

          Che è accaduto in Irlanda?

          Tu che vedi
          salutami il grano che ondeggia al vento.

          Tu che vedi
          fissa un attimo il sole
          ghermendone il riflesso abbagliante.

          Tu che vedi
          conta le stelle al loro sorgere
          le sboccianti margherite;
          i rossi papaveri scanzonati,
          le rondini che solcano
          veloci le rotte del cielo,
          le api da fiore in fiore
          portatrici di vita.

          Tu che vedi
          mostrami i sogni degli innamorati
          i giochi dei bambini, le speranze dei poveri
          i ricordi degli anziani.

          Tu che vedi
          raccogli le rose dalla mia tomba arsa
          e donale là sul limite del bosco,
          alla Madonna che indica piangente
          il Suo Cuore trafitto.
          Dario Motti
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            Scritta da: dax

            Riconsegnare

            Sono una voce,
            un debole sussurro
            che s'alza dalla periferia della vita,
            tra le pieghe minime della storia
            piccola anima che vaga
            silenziosa lungo la strada del tempo.

            Ignorato dell'amore squassato da tormenti
            che straziano le giornate, i ricordi,
            spezzano il tempo, il futuro s'accorcia
            inesorabile; nubi violente
            vagano nel cielo: il rosso tramonto
            come il sangue d'una vergine violata,
            violenza che svuota le chiese
            e abbatte le madonne piangenti

            Sono una voce,
            un debole sussurro
            che spaventa l'alterigia dei potenti
            una debole voce, due deboli voci,
            cento, mille, milioni, miliardi
            di deboli voci come un uragano
            potente strapperà dalle vostre mani il potere,
            riconsegnandolo agli animali, ai bambini
            a nostra madre la terra.
            Dario Motti
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              Scritta da: dax

              1915

              Sui monti innevati
              eroi tramano impossibili fughe,
              vecchi alpini intonano
              struggenti canzoni d'amore.

              Torrenti vigorosi trafiggono
              le rocce scavandone l'anima,
              i richiami delle aquile
              spaventano le valli solitarie.

              Camminiamo sugli antichi sentieri,
              sui camminamenti che hanno accolto
              sangue, lacrime, paura, consolato il dolore.

              Dove ancora risuonano tristi e melodiose
              le preghiere, dove ancora graffiano le orecchie
              le bestemmie, le grida dei feriti,
              dove disgustano i ricordi, gli ordini
              arroganti d'ufficiali inetti.

              Dove ancora rimbomba il tuono del cannone,,
              il crepitio della mitraglia, il sibilo dei proiettili.

              Sulle vostre ossa dimenticate canto la mia lirica d'amore!

              Sulle vostre ossa piangenti il mio sogno di libertà!

              Sulle vostre ossa amate innalzo il mio grido ribelle!

              Sulle vostre ossa fioriscono le stelle alpine sulle vostre ossa!
              Dario Motti
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                Scritta da: dax

                il silenzio dei poeti

                Tacciono i poeti con le loro silenziose paure
                con le loro speranze subite, tradite

                Tacciono davanti ai crocefissi spezzati
                davanti alle case crollate
                piangendo morti innocenti

                Tacciono i ricordi, le felicità,
                i giochi innocenti,
                tace il canto dell'allodola,
                il gorgheggio dell'usignolo il tubare della tortora

                Griderà l'amore dai petti di nuovi poeti
                che spazzeranno dalle vite dei popoli
                i tiranni, i corrotti, i malamente

                Per una vera rivoluzione
                uno sconvolgimento morale, viscerale
                che porti gli uomini
                calpestare il prato della felicità

                Il sentiero della risurrezione,
                la via che conduca l'umanità
                a conquistare le stelle.
                Dario Motti
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                  Scritta da: dax

                  Rubano le ragazze

                  Rubano le ragazze i prati
                  dove folleggiano le farfalle,
                  mentre risuona nell'aria
                  melodioso il canto dell'estate,
                  rubano le ragazze i dolci
                  sogni dell'adolescenza,
                  i calabroni, che irresponsabili
                  ronzano infastidendo i nuotatori
                  che veloci scuotono il sole
                  ghermendone i raggi,
                  rubano le ragazze i mendicanti
                  dalla mano tesa, le monache salmodianti
                  dei conventi benedettini dove fiorisce
                  il giallo colore delle mimose,
                  rubano le ragazze i timidi poeti
                  che nascondono nel cuore sogni proibiti,
                  rubano le ragazze i gelsi
                  che si perdono nell'arsura dell'estate,
                  i sentieri assolati nascosti nella pianura,
                  i vecchi sassi color di cuoio,
                  le mandrie che respirano l'aria
                  con profonde narici nere
                  mentre i loro occhi osservano indagatori,
                  rubano le ragazze i giovanotti
                  dalla risata cristallina.
                  Rubano le ragazze innamorate.
                  Dario Motti
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                    Scritta da: dax

                    Luca era etero

                    Luca era etero è diventato gay
                    veniva a casa da lavorare
                    non c'era niente da mangiare

                    Lei era sempre con spento il fornello
                    a guardare il grande fratello

                    e quando voleva mangiare
                    al ristorante voleva andare

                    Le camicie da stirare
                    i calzini da lavare

                    Luca era etero è diventato gay

                    Luca voleva fare festa
                    lei aveva il mal di testa

                    Luca voleva un figlio
                    lei faceva uno scompiglio

                    Alla fine l'ha tradito
                    per il solito vicino bandito

                    Lei l'ha lasciato
                    per il vicino megadotato

                    Luca era etero è diventato gay

                    Quella brutta t... a l'ha rovinato
                    e anche il mantenimento gli ha passato

                    Luca era etero è diventato gay

                    Ora è libero e appagato
                    basta matrimoni basta parentato

                    Luca era etero è diventato gay.
                    Dario Motti
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