I giochi del pittore

Senza nome, in un angolo
da cui niente era visibile nitidamente
stava seduto, ritratto
al posto che la Natura gli aveva riservato.
Come un invitato immobile
ma a suo agio tra gli ignoti.
Portava vesti stinte
e i graffi della vita
in quelle tele dipinte
e tra le pieghe delle dita.
Ad ogni passo che s'accostava
ad ogni freno che sibilava
lo sguardo del pittore crucciato
s'incassava nel profondo
e restava solo nel suo viaggio
Fuggendo alle sirene notturne e agli strazi
in cerca di pupazzi e di falene.
Oggi la sua sedia è ruggine,
i suoi pennelli formicai
e i colori li han sciolti nell'erba le stagioni.
Ma in mezzo ai fiori in dono sempre freschi
c'è ancora l'estro che ha guidato l'uomo nel miracolo.
Oltre l'argine non un fiume ma il mare
nella magia dell'onda
e all'altra sponda aquiloni e gabbiani di nuvole.
Il camino fumoso della Centrale
un faro per le navi e i cavi della luce
fili sottili per maestri d'equilibrio.
Così nascosta nell'ombra
sembra una casa che splende la sua tomba.
Chiara Maggioni
Composta lunedì 30 novembre 2009
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