Poesie di Claudio De Lutio

Questo autore lo trovi anche in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Claudio De Lutio

I martiri di Chicago

"Nella fabbrica il rumore era già alto!"
Gridavano nel pianto a soprassalto.

Gli spari vili sulla inerme folla
frangean le vite al pari di una olla.

Lì a Chicago otto erano, martiri
e condannati, tranne tre, agli inferi:

scambiati per spietati attentatori,
nella protesta dei lavoratori.

Con sopra il collo un laccio, tenea loro
il boia, che stretto avea all'udir del coro:

"O gente mia non moro! Oggi non moro!"
Claudio De Lutio
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    Scritta da: Claudio De Lutio

    O Mamma

    O mamma, o carissima mamma!
    In braccio a te stretto acquietava
    il pianto, quel po' che un po' calma
    di nuovo il tuo bimbo ti dava.

    Ti dava, o mamma, o mia cara!
    L'ingenua purezza, il candore,
    la gioia, l'innocenza più rara,
    ormai fanciulletto, il tuo fiore.

    Un fiore, o cara, o mia mamma!
    Un fiore ancora per te,
    tra tutte le donne la gemma
    pel figlio cresciuto: per me!
    Claudio De Lutio
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      Scritta da: Claudio De Lutio

      Colombella Pia

      Spiegò le ali, spiegò su in alto il volo,
      candida e fiera, per la giusta via,
      senza riposo, senza toccar suolo.

      Com'ella giunse, disse: "Così sia!"
      E ripartì, portando seco un ramo,
      quello di ulivo, colombella pia.

      L'aveva tolto al feretro di Adamo,
      per indicar la fine del castigo.
      Ad ogni Pasqua torna il suo richiamo:

      "Amiam la Pace! La Pace ch'amo io!"
      Claudio De Lutio
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        Scritta da: Claudio De Lutio

        Domenica delle Palme

        Tra primule, fresie, camelie,
        tra rondini in volo... in ritorno...
        fedeli già pronti alle veglie,
        nel dì che si approssima al giorno.
        Al giorno: sì... al giorno fatale!
        Nel chiostro di palme, di ceri,
        cogl'inni, la voce corale,
        i cuori addolciti... sinceri...
        Sì! Tanto sinceri e giulivi
        davanti al Re mite, che viene
        in groppa ad un'asina: quivi
        quell'umile trono che tiene.
        Claudio De Lutio
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          Scritta da: Claudio De Lutio

          Scarpin da punta

          S'alzò leggera, come foglia appare
          sospinta or qua or là dal venticello
          pria di cader nel settembrino àere.

          Tutta sospesa, al giogo di un saltello,
          ritornò giù, a mezzo giro in aria,
          scarpin da punta, cui girare è bello.

          "Ti dò il mio amore, ti dò la mia allegria!"
          E si lanciò... nel turbinio del ballo.
          Fin che danzò, rimase solo mia.
          Claudio De Lutio
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            Scritta da: Claudio De Lutio

            La Maschera

            Chi sei?

            Che dietro a forma, oblunga o orizzontale
            hai il viso e come naso un dosso artificiale
            le guance e sopracciglia talvolta non coperte
            due fori troppo semplici per occhi fatti ad arte.

            Chi sono?

            Che vuoi ch'io sia, se non quello che vedi!
            Vera materia o sagoma, fa come meglio credi!
            Rotonda, colorata, con gemme o brillantini,
            or triste ora felice, per grandi e per bambini.
            Claudio De Lutio
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              Scritta da: Claudio De Lutio

              Un'altra stella

              Oh! Quanta meraviglia in un sol giorno
              l'anno che sorge al primo mese vide!
              Una creatur che nata affollò intorno.

              Son qui! - parea dicesse - Pronta alle sfide!
              Come un guerriero! Innanzi a voi più bella!
              Di nobiltà che unisce e non divide!

              Allor brillò nel cielo un'altra stella
              e dalla terra, nonostante il verno,
              si levò un canto a festeggiar Marcella.
              Claudio De Lutio
              Composta mercoledì 4 gennaio 2017
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                Scritta da: Claudio De Lutio

                Quartieri spagnoli

                Voci alte, parole gridate,
                le canzoni nei vicoli stretti,
                poi rumori che arrivano ai tetti
                da marmitte di moto truccate.

                Gente campa affacciata ai balconi
                o per strada dinnanzi a una porta,
                una sedia e il riposo conforta
                una chiacchiera accesa nei toni.

                Qualcheduno esce il tavolo fuori,
                apparecchia e poi invita alla cena,
                c'è un richiamo di amici a catena
                per chi porta taralli e liquori.

                Si festeggia ai quartieri spagnoli
                tra i turisti nei vicoli stretti,
                con "Nennella" (1) che offre spaghetti,
                fritto misto e dei "bei puparuoli" (2).

                E di notte... c'è tanto altro ancora...
                Claudio De Lutio
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                  Scritta da: Claudio De Lutio

                  Pasqua del Signore

                  Dall'ora sesta il mondo fu oscurato
                  fin che alla nona Gesù esclamò a gran voce:
                  "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
                  Poi emesso un grido spirò sopr'alla croce.

                  Allora il velo si squarciò del tempio
                  in due, dall'alto e fino a tutto il basso.
                  "Figlio davvero era quest'uomo a Dio!"
                  Disse il soldato che gli stava a un passo.

                  Erano quivi pure alcune donne (1)
                  che da lontano stavano osservando:
                  quelle da cui Gesù seguito venne
                  in Galilea ed a Gerusalemme andando.

                  Fattosi sera, poi ch'era Parasceve (2)
                  un membro del consiglio, tale Giuseppe (3)
                  ottenne da Pilato in tempo breve
                  il corpo crocifisso di cui seppe.

                  Comprato un panno in lino, fece deporre
                  Gesù che avvolse e pose nel sepolcro,
                  dinnanzi alla cui porta ebbe ad apporre
                  una gran pietra a custodire il corpo.

                  Trascorso il sabato, appena spuntò il sole
                  nel primo giorno della settimana
                  le donne (4) non trovarono il Signore:
                  era risorto per la Fede umana.
                  Claudio De Lutio
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                    Scritta da: Claudio De Lutio

                    Al dì dell'8 marzo

                    In un continuo evolversi di stato
                    a gran fatica e immane sacrificio
                    la donna i suoi diritti ha riscattato
                    dal giorno dell'incendio all'opificio.

                    Oggi festeggia con mimose gialle
                    in ogni luogo della bella Italia
                    dalle piccine a curve con lo scialle
                    dalla Marcella, a Nadia, alla Cecilia.

                    Così che il mondo al dì dell'8 marzo
                    ha uno Stivale dall'unico colore
                    che a fiori appare con pallini a sfarzo
                    e al gentil piede calza a protezione.
                    Claudio De Lutio
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