Poesie di Claudio Cisco

Artista, nato domenica 18 ottobre 1964 a Messina (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Racconti.

Scritta da: CLAUDIO CISCO

Bella Messina

Come chiave d'oro che apre al paradiso,
Messina spalanca la porta alla Sicilia perla incantevole.
Bella Messina,
che si lascia corteggiare da due mari,
contemplata dall'alto dalle sue montagne,
sempre spettinata dal vento,
bagnata dal mare ed asciugata dal sole,
Messina presa per mano dalla Madonna.
Bella Messina
quando dondola dolcemente le navi del suo porto,
quando incoraggia e protegge il sudato lavoro dei suoi pescatori,
quando saluta piangendo ma aspetta con ansia
il ritorno d'un suo figliuolo che s'allontana senza lavoro,
quando, nelle sue ville, accompagna il lento andare d'un vecchio,
guarda commossa gl'innamorati delle sue panchine,
gioca trasformata in bambina con i suoi piccoli.
Bella Messina
quando si tinge di giallorosso dietro la sua squadra,
quando si pavoneggia per accogliere i forestieri,
quando, tutta parata, si trucca con i colori della vara
ed il mito dei Giganti,
divertente e scapestrata come il suo dialetto.
Messina lunga donna dagli esili fianchi
con gli occhi blu come il suo mare
ed i capelli d'oro come il sole delle sue spiagge,
baciata sulla superficie del mare da mille gabbiani,
che col suo stretto maliziosamente s'avvicina
senza lasciarsi toccare,
Messina che all'alba apre gli occhi sul mare
e di notte s'addormenta sotto un lenzuolo di mille luci.
Messina solare dalle ali libere verso l'orizzonte
con gli occhi luminosi mai annebbiati,
sposa d'un clima ch'è armonia in ogni stagione,
Messina che con frutti e fiori profuma di primavera.
Bella Messina
defunta ma risorta dopo il 1908,
Messina che vuole andare avanti,
che non vuol morire più,
vestita ormai di abiti sempre più moderni.
Bella la mia Messina
è la mia terra, la mia città,
qui sto bene, sono felice.
Ogni sua strada, ogni sua via
è casa mia, il mio giardino.
In lei sono nato
ed in lei voglio morire.
Claudio Cisco
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    Scritta da: CLAUDIO CISCO

    Risuscitami

    Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo
    trasforma la mia vita e tutto in me
    da tempo non vedo più la luce
    hanno spento già la mia gioia di vivere
    umiliato la mia speranza,
    vedo i miei sogni cancellati tristemente
    lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.
    Maestro, non ho altro che io possa fare
    solo tu hai tutto il potere,
    sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione
    c'è un macigno che Satana ha messo davanti.
    Maestro, chiama il mio nome ti prego
    ascolterò con fede inginocchiato la tua voce
    rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire
    fai rivivere i miei sogni: liberami!
    Sospinto dalla fede che c'è in te
    sicuro d'una vittoria che tu solo dai
    risuscitami.
    Claudio Cisco
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      Scritta da: CLAUDIO CISCO

      Riflessioni

      A dispetto del tempo che inesorabile scivola sui miei anni, son rimasto quel bambino sperduto di ieri con lo stesso terrore di crescere, solo ed incompreso tra mille paure. Ho ancora voglia di sognare, illudermi, fantasticare. Vorrei rifugiarmi in un mondo solo mio, ricco di colori e d'ingenuità, dove poter finalmente tornare bambino senza crescere più, allontanando le terribili ombre della solitudine, della vecchiaia, della morte stessa, ma è un mondo fragile spezzato crudelmente dalla nuda realtà. Così, ogni volta che provo a volare in alto, una forza sconosciuta ed impietosa, mi taglia le ali ed io precipito giù più triste che mai, come un gabbiano che non vola più, mentre le mie lacrime, quelle stesse che percorrevan lente il mio viso pulito di bambino, continuano a non sapere quel che loro stesse vogliono e a non trovare quel fazzoletto che le possa asciugare per sempre. In esse, vedo riflessi i miei sogni, li vedo morire uno dopo l'altro sciogliendosi come gocce di pioggia disposte in fila, sospese alla ringhiera.
      Continuo ad osservare con occhi limpidi e stranieri, l'immenso mare della vita ma è sempre inutile sforzarsi nel tentativo d'immergersi. Vedo lontano quel veliero che da piccolo chiamavo col nome di speranza e che non è partito mai. Eppure m'accorgo che dentro e fuori di me, v'è ancora tutto da scoprire e da imparare. Sento in me una grande energia vitale, creativa ed artistica. C'è in me una sensibilità profondissima, spaventosamente grande a confronto del mio fragilissimo essere che più s'ingrandisce e più resta isolata, soffocata dentro come un vulcano che dorme. Vorrebbe esplodere e sommergermi come un fiume in piena ma non può farlo, come una bottiglia smossa dalla quale non è possibile togliere il tappo. Forse sono troppo diverso da tutti perché possa essere capito, o forse è solo colpa mia se non riesco a esternare quello che ho dentro. Comincio a credere di essere un folle, quasi un alieno, così almeno mi creo un alibi per giustificare questo mio giovane vivere, terribilmente e prematuramente invecchiato.
      Ho un disperato bisogno di vita, di giovinezza, di entusiasmo, d'amore. Con chi potrò aprirmi manifestando come sono dentro? Chi potrà veramente capirmi? Vorrei trovarti e finalmente gridarti con tutto il fiato che ho: "Ispirami, sconvolgimi, amami". E intanto cresce il terrore d'invecchiare e il desiderio di morire ancor prima di vedere il mio corpo mortificarsi con le prime rughe. Non potrei mai sopportare il tremendo contrasto tra l'immortalità del mio spirito che, nonostante tutto sembra che esista, e la debolezza del mio corpo in declino. Sono sicuro che dentro, resterò sempre un bambino mai cresciuto anche se avrò i capelli bianchi e conserverò intatta nelle pupille degli occhi, la stessa luce ch'emanavo da piccolo. Amo troppo la giovinezza e non posso fare a meno di sognare per potermene fare una ragione sulla vecchiaia che è uno stato del tutto naturale e, di conseguenza, accettarla con rassegnazione o addirittura giustificarla. Per me la vecchiaia resta il più grave e doloroso castigo che la natura scagli contro gli uomini. È più malvagia e terrificante persino della morte. Eppure devo ammettere che la mia solitudine e la mia tristezza, sono nate con me, le ho conosciute da giovane, almeno in questo, la vecchiaia non c'entra. Estraniato da sempre dalla vita, non avendo niente ed essendo di nessuno, ho scoperto man mano me stesso. La mia solitudine è simile ad un messaggio chiuso in una bottiglia e gettato in mare. Forse un giorno, quando non ci sarò più, leggendo queste mie accorate riflessioni, mi capirai e, scoprendo che valevo qualcosa, piangerai per me.
      Claudio Cisco
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        Scritta da: CLAUDIO CISCO

        Lettera ad un amore lontano

        È quasi Natale orma
        ma non è più festa per me,
        ogni giorno è uguale all'altro.
        Io lo so che in paradiso
        non si può vivere per sempre,
        ma nei tuoi occhi l'infinito
        libera la mia mente,
        se potessi io ti raggiungerei dovunque.
        Sei tu
        che mi fai sognare, ridere, impazzire.
        Sei tu
        che mi dai il coraggio di ricominciare.
        Con te
        ci sarà ancora tutto da scoprire
        ed io so già
        che la mia vita cambierà colore.
        Ma tutto ormai appartiene al passato
        e sembra non avere futuro.
        Oggi cammino da solo per le strade
        ricche di addobbi natalizi,
        straniero anche per me stesso
        con la sola compagnia di lacrime
        che sanno di sale,
        non so dove vado né se sto vivendo.
        Mi sono guardato riflesso allo specchio
        la barba lunga, i capelli arruffati
        io sono cambiato sai
        ma si è abbruttito pure il tempo,
        non si vede più il sole.
        Quando l'aria si trasforma all'improvviso
        e la tramontana sale,
        è il mio cuore che mi chiede dove sei
        e proprio in quei momenti tristi,
        mi rendo conto che lunghe distanze
        ormai mi separano da te.
        Una sottile crescente malinconia
        allora mi prende sempre più
        e sembra che mi arrivi da lontano
        il calore della tua pelle,
        mi par di sentire il suono della tua voce,
        il ritmo regolare dei tuoi respiri sul mio petto.
        E mi lascio andare così
        alla dolce melodia di questi pensieri
        e dentro di me fra mille paure
        conservo ancora il tuo fuoco.
        Giuliana,
        io darei qualunque cosa
        per rivederti un solo istante,
        mi chiedo se è lo stesso anche per te.
        Con amore, tuo Claudio.
        Claudio Cisco
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          Scritta da: CLAUDIO CISCO

          Fantasmi nella notte

          Ascolta... ragazza sperduta in quest'infinito.
          È notte.
          Ogni cosa intorno è spenta e tace.
          Nel silenzio dolcissimo
          altre sensazioni di un mondo totalmente sconosciuto
          ma intrinseco con i nostri giovani spiriti,
          vivono con suoni e colori in dimensioni parallele
          e niente è ciò che sembra.
          Attimo fugace,
          come un fiore che sbocciando muore,
          in questa notte t'amo per non amarti più.
          Noi due siamo come fantasmi nella notte,
          anime vaganti in cerca d'amore,
          muovendoci insieme, in trasparenza,
          candidamente invisibili, ci avviciniamo piano
          per non aver paura nell'oscurità.
          Noi due fantasmi nella notte,
          solitari astri dispersi nel grande firmamento lassù,
          senza tempo e senza storia, rapiti dall'oblio
          misteriosamente avvolti dalle tenebre,
          angeli di questa giovinezza.
          Magicamente lontani
          dal flusso impetuoso della multanime esistenza,
          noi due non avvertiamo più il battito sconfinato dell'infinito
          come orrenda solitudine e mistero interminabile.
          La realtà ci appare
          come un susseguirsi di fantasmi vuoti e meccanici,
          ed ogni residuo di tristezza
          si smarrisce del tutto o vibra remoto
          in un placamento soave.
          Ragazza sconosciuta,
          sei bella tra le ombre,
          sei più bianca della luna,
          il tuo viso brilla come una candela.
          Lascia questa mia mano
          che hai stretto così fugacemente questa notte.
          Alle prime luci dell'alba
          le nostre strade si divideranno
          per non ritrovarsi mai più.
          Abbiamo acceso un fuoco in noi
          che il vento della vita che fugge
          spegnerà presto.
          Non dimenticarmi ovunque sarai,
          io non ti dimenticherò ovunque sarò
          anche se resteremo per sempre
          fantasmi nella notte.
          Claudio Cisco
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