Le migliori poesie di Arthur Rimbaud

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Scritta da: Elisabetta

Dal vetro sporco della mia auto

Bambine che si vendono sui marciapiedi.
Bambini con la mano tesa al semaforo.
Cani abbandonati.
Uomini con le tette che si esibiscono sotto i lampioni.
Uomini senza palle che vendono droga all'angolo.
Bambini nei cassonetti e immondizie per la strada.
Scippi, rapine e risse.
Ragazzini che fumano e sputano sui muri.
Vestiti tutti uguali e pensieri tutti uguali.
Ubriaconi alla guida che vanno a tutta birra.
Pensavo che lavando il parabrezza della mia auto
tutto questo sarebbe sparito.
Arthur Rimbaud
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    Venere Anadiomene

    Come da un verde feretro di latta, una testa
    Dai bruni capelli esageratamente impomatati
    Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
    Con qualche deficienza piuttosto malmessa;

    e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
    Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
    e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
    Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;

    La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
    Stranamente orrendo; si notano soprattutto
    Cose singolari da osservare con la lente...

    Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
    e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
    Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.
    Arthur Rimbaud
    Composta martedì 13 ottobre 2009
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Vocali

      A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu:
      vocali,
      Dirò un giorno le vostre origini latenti:
      A nero busto irsuto delle mosche lucenti
      Che ronzano vicino a fetori crudeli,

      Golfi bui; E, candori di vapori e di tende,
      Lance di ghiacciai, bianchi re, brividi
      d'umbelle;
      I, sangue e sputi, porpore, riso di labbra
      belle
      Nella collera o nelle ebbrezze penitenti;

      U, fremiti divini di verdi mari, cicli,
      Pace di bestie al pascolo, pace di quelle
      rughe
      Che imprime alchìmia all'ampia fronte dello
      studioso;

      O, la superna Tromba piena di strani stridi,
      Silenzi visitati dagli Angeli e dai Mondi:
      - O, l'Omega, violetto raggio di quei Suoi
      Occhi!
      Arthur Rimbaud
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