Le migliori poesie di Antonio Prencipe

Studente, nato sabato 29 giugno 1991 a Mattinata Prov. FG (Gargano) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonio Prencipe

Cinque Ore

Me ne sono andato,
Sono sparito
e ti ho abbandonata li
Ora,
Spiegami perché ogni volta che
penso a te
dai miei occhi scende una lacrima
Forse perché,
nel profondo del mio cuore ho sempre saputo
che tu non sei mai stata realmente mia,
Forse perché,
nel profondo del mio cuore
ho sempre saputo che era solo sesso,
Quel bacio alla stazione
Il tuo sorriso che illuminava i miei occhi
e sussultare la mia anima
La tua voce
Quella sigaretta
Non ti ho più ritrovato
Non riesco a cancellare il tuo sguardo
Non riesco a non pensarti
e anche se,
ti ho vissuto solo per cinque ore
non riesco a far almeno di te
perché tu,
Ti sei fottuta il mio cuore.
Antonio Prencipe
Composta giovedì 29 luglio 2010
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    L'autunno mi parlò

    Pensavo di non riuscire più
    ad amare...
    Poi arrivi tu,
    con le mani in tasca
    e quello sguardo dannato
    che faceva esplodere il mio pudore.
    L'autunno s'aprì il giorno
    in cui le tue labbra toccarono le mie
    e sfiorandomi lievemente le mani
    mi disse che tu sei un'altra illusione.
    Ma no...
    Volevo averti qui,
    amarti e baciarti come fa il sole
    con la neve.
    Avevo detto Addio già a tanti amori
    incompresi come me
    all'alba di questo nuovo inizio.
    Come parlavi, come ti muovevi,
    come mi toccavi il cuore
    con le tue parole amare
    che come spine pungenti e velenose
    trafiggono la carne...
    Le tue marlboro aspirate avidamente
    dalla mia anima sorridente
    come la notte tornata sul mio orizzonte.
    Vedevo le foglie cadere dai muri
    appassiti in paese,
    le porte gridare e l'autunno parlare
    ancora e ancora finché
    non presi coraggio e tornai lì...
    Dove tu mi venivi a cercare.
    Dove tu mi volevi amare con
    questo amore falso.
    Dove tu mi facevi promesse
    vendendomi il tuo orgoglio,
    la tua dignità.
    Ma ora lascio tutto bruciare nel passato.
    Accompagno i sogni
    e nel futuro annego sorridente
    come sempre.
    Antonio Prencipe
    Composta martedì 4 ottobre 2011
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Amore nero nel cuore ghiacciato

      Il cervello è caduto
      assieme all'anima sul pavimento di ceramica...
      Non si rompe... si squarcia
      come un cristallo troppo fragile.
      E le mie angosce divengono vertigini,
      i passi inquieti come le mura
      del mio egoismo si sgretolano
      funesti al suono della tua voce.
      In fondo all'estate non c'è più
      l'anima dispersa tua.
      Solo grasso dolore che invade
      il tuo grigio è scheggia assordante
      tra le polveri della tua anima infranta
      alle sorde orecchie dei finti cuori.
      Nascondendo le preghiere fatte sotto le coperte
      stringevo forte il respiro
      annunciando il mio canto spietato
      contro l'immane dramma che è la vita
      porgendo alla mia dignità
      le mie più sentite condoglianze.
      Diviene inverno e non so più muovermi
      il ghiaccio penetra e tu lecchi
      avventata il ghiacciolo
      amaro delle mie ferite.
      Speri di spegnere questa macchina
      infernale senza amore
      che spara sentimenti nel tuo ventre viscido.
      Io sono quello che il tempo
      e il dolore mi hanno fatto diventare
      scuoti la testa ignara,
      mi porgi il fagotto dolce
      del tuo cuore pulsante cercando
      di ridar vita a noi.
      Sei intrepida ma la risposta è sorda,
      cieca... si perde nel baratro
      delle preghiere nere.
      Guerra fredda, silenzio assoluto
      sotto le labbra sole
      come i raggi dell'amore che ormai
      non ci sfiorano più.
      Rinasceremo insani domani
      in un campo di grano nero
      emarginati dal tempo e da noi stessi.
      Antonio Prencipe
      Composta venerdì 2 dicembre 2011
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Aliti bianchi

        L'ironia della notte è il trovar
        l'anima atea scalza per casa che prega
        l'assenza di un cuore pulsante
        nel corpo arido di vento.
        Dio necessita di anime innocenti in paradiso
        ecco perché prende con se le anime
        dei bimbi colpevoli di essere nati...
        Loro soffrono prima di conoscere
        gli aliti bianchi della morte inutile.
        La sofferenza non è mai innocente...
        Coloro che soffrono non sono mai
        "anime innocenti" ma anime dannate tradite
        da colui che a mani nude ripulirà
        i peccati mai commessi.
        Fermare il fuoco che brucia
        un corpo deturpato da un petalo di rosa.
        Gelare i sentimenti di un essere
        insano come me nell'oblio
        di un sogno irraggiungibile.
        Puntare una pistola sul capo martoriato
        di un angelo clandestino.
        Strapparsi le ali e venderle al demonio.
        E poi saltare dalla montagna
        di cielo più alta senza più vita in tasca
        e tornare tra le tue braccia
        Amore suicida di tiepide mancanze.
        Quanto costa naufragare negli sbagli
        incostanti di un ragazzo vivo
        per paura di non morire.
        Quanto vale una rinascita se la vita
        non scommette un po' sul
        dolore di un mare morente.
        Antonio Prencipe
        Composta mercoledì 28 dicembre 2011
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Fiori rotti in ricordo del tuo cuore

          Strapperai le lacrime cadute
          dai miei occhi sulle tue labbra...
          A mani nude scavavi nel mio petto,
          cercando bastarda il cuore masochista,
          ti avevo anticipata...
          Nascosto nelle galere senza Dei o Santi
          cercavo di venderlo alle aste di quartiere
          in cambio di tempi migliori da ammazzare
          come pipistrelli scomparsi nella luce.
          Non fa rumore uno sguardo umiliato,
          resta solo nascosto sotto la roccia
          a contare i soffi di vento...
          Hanno costruito piramidi di cielo
          troppo grandi...
          Dividono le mie urla dalle tue.
          E come ti ho amato tenera egoista
          nemmeno il sole bagnato dalla sfuggente
          scia di stelle può saperlo.
          E come ti ho odiato nemmeno la disumana
          spiaggia di pietre e falsi idoli d'amore
          può saperlo e giudicarlo invano.
          Nel mare cristallino un cuore che muore
          riesce a specchiarsi e ad osservare
          i battiti scomparire nelle onde...
          Ridevo, piangevo, soffocavo
          l'unica che non se ne accorgeva eri tu.
          E rimanere di nuovo solo
          come un granello di cenere...
          Ricercare l'amore di nuovo mi fa male.
          Male come mi hai fatto tu perché
          hai scelto per te senza pensare a me
          che sulla tua lapide ripongo ancora fiori rotti.
          Rotti come l'amore e la vita che tu hai rotto,
          frantumato e schiacciato sotto
          i passi della tua anima distratta...
          Aspetto l'inverno per poter
          dar una scusa valida al freddo
          che lacera il mio corpo,
          la mia anima crudele, sensibile.
          Antonio Prencipe
          Composta mercoledì 4 gennaio 2012
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Quando decidi di morire

            Preferivo morire sai...
            Non senti dolore quando la pelle
            si scarta da sola e le vene
            si aprono come vento a Dicembre.
            Il dolore non lo senti quando
            il cuore sparisce dal ventre e la voglia
            di morire divora gli occhi, le palpebre
            si squartano come gigli a Novembre
            e la voce non la si sente più,
            è solo un ricordo lontano.
            Non senti dolore quando la lama
            del pugnale preme sulla pelle
            e un sorriso accarezza il sangue.
            Non è dolore lo scegliere di morire
            ridendo, bestemmiando Dio a bassa voce
            con la paura di piangere e non portarsi
            con se le mille lacrime di catrame.
            Quando decidi di morire non senti
            dolore masticando la lama fredda
            del pugnale tenuto stretto fra i denti,
            la lingua porta i segni della sconfitta,
            il palato si lacera e non fa male.
            Il corpo che balbetta nel pianto
            di una carezza mutilata fa ridere.
            Si ha bisogno di tutto,
            si ha bisogno di morire per vivere.
            Quando si decide di togliersi la vita
            il dolore non esiste,
            l'amore non esiste e il corpo
            è solo un ostacolo da abbattere.
            Ci si ammazza anche l'angelo più bello,
            lo troverò a terra accanto al mio
            spoglio ricordo di vita come uno scheletro
            senza ossa, sconfitto dal dolore,
            sconfitto da tutto semplicemente
            perché aveva bisogno di tutto.
            Antonio Prencipe
            Composta venerdì 18 ottobre 2013
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Nel cielo cerco ancora te

              La verità è che siamo tutti
              dei cuori... spezzati
              dall'abitudine che è
              una scelta.
              Il pianoforte si scatena,
              suona melodie Rock che devastano
              i pavimenti e lasciano crollare
              le mura dei cimiteri senza anime.
              Mi hai fatto una promessa.
              "Non ti lascerò mai solo in questa
              guerra fredda che è la Vita,
              se mai ti lascerò a farti compagnia
              ci sarà il mio Ti Amo".
              Così dicevi ed io sul mio braccio
              ho tatuato il nostro
              punto interrogativo.
              Non c'è...
              Non c'è nemmeno un Ti Amo
              che m'accarezza la pelle
              e le paure tempestose e acute
              che ora come ora lasciano tremare
              le mie mani assenti nel presente.
              Un grande amore non si dimentica,
              si piange tutti i fottutissimi giorni
              sdraiati sui letti tremando
              e sospirando assieme al freddo
              sofferto sopratutto nei giorni
              caldi d'agosto...
              Il tuo egoismo,
              l'egoismo di quel gesto atroce
              ha tolto il fiato
              perfino alla mia coscienza che sola,
              poggiata al palo in penombra
              della luce gridava come una pazza:
              "Addio Cuore Bastardo".
              I nostri amici parlano ancora di noi...
              E ormai noi ci siamo divisi per Sempre...
              Per Sempre soli nell'immensità
              di un sogno.
              Nella fobia di un orgasmo mancato.
              Chissà come stai lì
              sicuramente in mezzo alla neve
              e alle stelle immobile fumerai
              quella marlboro maledetta.
              Ogni tanto fuori sembra che piova
              e invece ora so...
              So che sei tu che cerchi di farmi
              alzare lo sguardo in cielo
              e così finalmente vicini.
              Occhi negli occhi infranti nei cristalli.
              Antonio Prencipe
              Composta domenica 6 novembre 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Maledetto giorno perso nel frastuono di un tuono

                Io non ho mai amato la vita
                e forse mai l'amerò
                e forse è proprio per questo
                che di notte scrivo...
                Non ho chiesto io di nascere.
                Non ho implorato io quello stronzo
                chiamato destino, non gli ho chiesto
                di stare qua a farti, a farmi male.
                Però ci sono dentro
                e comunque vada sono qua
                e non so se ne vale la pena o no
                comunque andrà anche se dovrò
                sputare in faccia all'inferno
                io ti saluto
                Maledetto giorno perso
                nel frastuono di un tuono.
                Ora sono qui...
                Stringimi le mani,
                ora più che mai non lasciarle.
                Sono alla porta e due scelte
                mi toccano l'anima...
                Sono armato: ho la pistola carica
                e la verità disarmata ora tocca
                al cielo mostrare le sue armi.
                La paura di morire non mi è mai
                venuta a cercare,
                sono io che molte volte la cercavo
                per potermi sentire umano.
                Ero sveglio e avevo sonno.
                Dormivo e avevo voglia di vivere.
                Non m'importa più cercarti un nome
                voglio solo ammazzarti ma so
                che non riuscirò mai a farlo
                perché resti la parte incompresa
                di me stesso.
                Ho sterilizzato l'aria di piombo
                che avvolgeva questa stanza.
                Affogato i silenzi nel fuoco
                che bruciava la plastica
                del puttanaio qui vicino.
                Cancellato la disperazione dai letti
                gonfi d'odio, stuprati dai
                corpi astemi sui lenzuoli opachi, sporchi.
                Ho dipinto il buio con la ruggine
                che a fiumi grondava dai miei occhi.
                Sprofonda nel sottosuolo chiamato tormento.
                Addio forse per non morire
                Maledetto giorno perso
                nel frastuono di un tuono.
                Antonio Prencipe
                Composta giovedì 10 novembre 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  L'inchiostro dell'anima incontra la solitudine

                  Incasso con dignità.
                  Noi con una stella sulla fronte
                  raccolti da una fermata di autobus
                  in mezzo ad un strada deserta.
                  In tasca pochi anni ma con la consapevolezza
                  di saper già dove si va a finire.
                  Troppi stronzi padroni del popolo
                  si sono persi nel vento...
                  Perdendo il conto in banca di una vita
                  gettata in fondo dove gli occhi
                  del potere osservano vili i loro servi,
                  ed ora la carità riveste il viso.
                  Il cancello di bronzo ho preso a calci...
                  Nel suo interno troppi amori
                  con cui non ho avuto molta fortuna.
                  Le ragnatele sui sentimenti
                  ripudiati e mai comunicati a chi
                  ieri, oggi si è preso tutto.
                  Preferisco farla finita con questa
                  finta utopia ho una storia incompresa
                  con me stesso da vent'anni,
                  mi amo così poco ma ci finirò dentro
                  e con un po di malinconia m'innamorerò
                  degli occhi grandi e chissà forse
                  amare se stessi è bello come accendere
                  una sigaretta nei momenti di dolore.
                  C'è che in questa vita ho preferito
                  sempre farmi male e non dimenticare.
                  Senza mai prendere per mano il coraggio
                  e camminare solo per le vie funeste
                  del mio credere in una libertà virtuale.
                  La solitudine è la madre degli incompresi,
                  di chi di notte scrive in versi
                  con l'inchiostro della propria anima
                  le paure, i dolori, gli amori amati
                  così tanto da non pensar più che "ricevere"
                  ti possa rendere felice perché ti basta
                  il "dare" per poi soffrire per sempre.
                  Chi parte con una valigia di piombo
                  e non torna non è egoista
                  è solo una persona che ha perso
                  tutto compreso il cuore di cemento.
                  Diversi e dispersi sopra la follia
                  per poi marcire dentro
                  una preghiera fatta da una vecchia signora
                  sopra la bara di un figlio
                  caduto sotto la luna da solo.
                  Antonio Prencipe
                  Composta martedì 29 novembre 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Anime di diamante acerbe

                    Bisogna sapere fingere per poter
                    imparare ad essere felici...
                    Nella mia adolescenza parole mozzate
                    pesanti come il piombo.
                    M'incammino alla ricerca d'umanità
                    con la testa chinata, calpestata
                    dai commenti delle gente
                    sul mio corpo sporchi.
                    Come può un padre offendere un figlio.
                    I figli sono il frutto dell'egoismo
                    di due persone che non pensano
                    al futuro ma solo alla loro voglia d'amare.
                    I figli sono le chiavi del tormento
                    quelle che aprono i respiri
                    affannosi del dolore...
                    Ci raccoglieremo da terra perché
                    si deve andare avanti e lo si fa
                    per gli altri mai per noi stessi.
                    Delle volte i figli non sono altro
                    che il risultato acerbo di uno sbaglio
                    costretto a trasformarsi in amore...
                    Nato già tradito...
                    Mi acclamavano mille poesie vendute
                    all'odio per sentirsi un po' più amati.
                    Questa casa puttana ha nascosto
                    i colori della felicità a noi stessi...
                    Donai il cuore ed ebbi in cambio
                    un po di solitudine da accarezzare.
                    Regalai il mio corpo ed ebbi in cambio
                    un'anima che non sapeva cosa volevo io...
                    Ebbi in cambio i soldi serviti a comprare
                    una storia finita su un letto amaro.
                    Stare nella merda e sentire
                    l'odore di verità pugnalare il viso
                    tenuto stretto fra le mani spoglie di fantasia.
                    Il destino morsicato...
                    Allontanare ancora una volta la provvidenza
                    che ci tiene appesi come marionette
                    sostenute da ipocriti fili argentati.
                    Noi figli ci sentiamo soli
                    tra una guerra e un insulto...
                    La voce di una psicopatica forse potrà
                    far crollare il muro d'egoismo che ci circonda.
                    Siamo sempre più niente noi figli...
                    Non abbiamo più viaggi da ricordare
                    al mondo se no quell'ultimo
                    bacio su quel fiume dimenticato da noi
                    con quell'anima di diamante
                    scomparsa lì accanto ai sogni.
                    Antonio Prencipe
                    Composta mercoledì 14 dicembre 2011
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