Sempre t'amerò, nelle lunghe sere, quando mi vorrai accanto, quando stanco, la testa sul mio seno poggierai. Amerò la tua voce, i tuoi silenzi, non chiederò niente. Ti amerò dolcemente, quando pace cercherai, carezzando i tuoi pensieri, sereno ti addormenterai. Sei la mia infinita malinconia, nell'attesa... che non mi pesa, perché ho scelto di aspettarti, di rispettare i tuoi tempi, sempre pochi, ma quanto amore nell'attesa.
Saprò dal profumo del glicine, dal mio prato fiorito, da quel cielo di un blu infinito che l'inverno è passato, dalle rondini in volo, ma chi dividerà la mia gioia a chi aprirò il mio cuore, se ora sono da solo. Guardo dalla finestra, saluto con la mano, ma la gente passa e non resta, le parole non si dicono più, neppure gli occhi s'incontrano, tutto è accelerato, ed è inutile se l'inverno è passato... rimane freddo il mio cuore, un altro anno in fretta se ne è andato.
E non c'è più niente eppure forse, eppure ora tento di ricordare quello che siamo stati tu dici che può bastare ed è così lontano quel tempo e ti inseguo ancora... Ormai come un fantasma senza voglia e senza forze ti lascio dove sei e l'affanno di cercarti è passato ora non hai più la mia stessa aria non hai compagnia d'amore nemmeno ormai l'odore.... Il tempo passerà lento sul mio cuore stanco lenirà anche questo dolore.
Uomini, illusi capitani di vascelli fantasma a doppio timone, che navigano controvento e senza direzione. Condottieri fragili, di virtuali eserciti di cui ben note sorti. Re senza corona, di invisibili popoli, soggiogati da ciò che donna dona, facilmente plasmabili, da lingue di fuoco e dardi di piacere. Il loro motto è semplicemente godere.
Capisco la mia colpa, è stata una follia, non posso fingere, ma liberare il cuore, devo lasciarlo andare dove vuole. In questo momento, capisco il tuo tormento, ma non mi devi odiare. Dentro me resterai, non scordarlo mai, sei stato un grande amore, poi quello che c'è stato, e perché è finito non so spiegartelo. Non portarmi rancore, anch'io ho un gran dolore ma non potevo fingere, voglio provare e poi se ancora lo vorrai... Non so se durerà ma sono pronta sai, io non mi illudo mai, ma quello che ho nel cuore, devo lasciarlo andare, fammi provare... non costringermi in una bugia, non mi devi odiare.
Per chi fingere quando scoprirò le carte e metterò il mio orgoglio da parte.
Solo al buio tolgo questa maschera e quanto pesa sotto un velo di lacrime tenute a stento nascoste ma ancora non mi sono arresa faccio male a me ma non posso fare altro sono incatenata a una vita che non mi appartiene.
Nessuno mi trattiene ma troppe le convenienze e i miei tanti se...
Niente di più sbagliato un giorno ancora è passato senza farmi sentire che anch'io esisto ma con una forza che non pensavo continuo e persisto.
Ci sarà un giorno che mi farò pena mi sveglierò guardandomi allo specchio ma saranno passati tanti anni sarà il mio viso a testimoniare per me che non ho mai avuto la forza ed il coraggio di gridare.
Quanno che hai lavorato tutta la vita, te fai li conti: la casa l'hai pagata, famiglia sistemata, tua moglie co la vecchiaia s'è carmata, e mo te stà a sentì. Nun hai pensato però che devi da morì, e ner frattempo te sei scordato, che la tomba nun te sei comperato. E sì perché er diritto t'è negato, puro lì devi da fa li conti. Me so messo na mattina controvoja, davanti all'ufficio addetto, mentre chiedevo li scongiuri ho fatto: c'è na tomba da poté comprà? Ma certo c'è rimasta l'exstralusso, loculo doppio, pe lei e pe la su moje, questo ve posso offrì, è troppo tardi, me deve solo dì in quanto tempo, me darà li sordi. Bè; jo risposto: visto che stò avanti co l'età me devo accontentà, cerchiamo de allungà, famme firmà, quanno che stò de là, avoja a chiamà, cor cacchio che te vengo a pagà.
Non mi son resa conto, che ormai non ci sei più, guardo il letto disfatto, una lacrima vien giù. Da quando sei partito più niente sai ho toccato sicuro che ho sbagliato ma giuro che ti ho amato, forse a modo mio. Mi rimetto in gioco, mi rifaccio il trucco, sì ci vuole poco, su ferite stucco, con la faccia nuova e rimessa in sesto stasera ci riprovo e farò poi presto con un nuovo amore, senza farmi illusioni proverò nuove sensazioni. Ma cosa sto a pensare ormai non ci sei più. Torno delusa a casa con l'amaro in bocca, metto a posto ogni cosa, il letto non si tocca, è come l'hai lasciato, sto diventando pazza e cerco il tuo profumo, adesso sono sola, perché non torni più...
Il mio tempo sei che non ho goduto forse un abbraccio con rabbia trattenuto ed in nome dell'amore un peccato da sempre sostenuto. Quella lacrima che mi solca il viso ogni volta che ti vedo andare mi ha sempre ferito ma il mio orgoglio per sempre finito ha smesso di soffrire. L'attesa e la nostra intesa nelle lontane solitudini quando ormai mi sono arresa aumenta il desiderio e ci riporta indietro quando bastava un bacio dietro quella porta che nascondeva allo sguardo la nostra voglia. Con te basta un minuto per riempirmi la vita.