Poesie di Angela Mori

Poetessa e scrittrice, nato sabato 6 gennaio 1979 a CATANIA (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Angela MORI

Catania bambina

Bambina che di mattina corri,
Con i tuoi limoni in mano,
Che vendi al mercato,
E ti riposi sotto l’arco che ti agghinda,
Poi fissi l’Etna,
Che il continente ci invidia,
Incantata dallo splendore,
Della sua sontuosità.
Giovane che al tramonto scendi al litorale,
Dove si librano in cielo limpido,
Le tue alate creature,
Dove bagni i tuoi piedi ambrati,
Nella tiepida spuma.
Fanciulla dalla bellezza bruna,
Dalle mani valorose,
Che effigiarono i potenti romani,
I greci, gli spagnoli,
Che i normanni ammaliasti
Soggiogati dalla tua avvenenza,
Che cantarono poeti stranieri,
E in cui vi nacquero, illustri artisti.
Catania bimba che cade,
Si rialza con la forza dell’amore,
Catania giovane sirena,
E aggraziata popolana.
Arriva la notte e più dolce mi appari,
Mentre il sole stanco,
Che scaldò le acque dei tuoi mari,
Si spegne dentro essi.
Catania bimba che ora dorme,
Cullata sotto la luna,
Dalle scure onde.
Catania che cresce a ogni alba,
E di magnificenza s’ingrandisce.
Angela Mori
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    Scritta da: Angela MORI

    Il rubacuori

    Egli preferisce grazia inviolata,
    Creatura quieta e ubbidiente,
    Che si elargisce scoprendo
    Ogni suo spazio,
    Con turbata malizia.
    Egli non avversa,
    Grazia alcuna,
    Purché ardua non sia conquista,
    L'essere gentil sesso,
    Che non si contrasta,
    Al cavaliere o al predatore.
    Egli bramerebbe,
    Di espugnare la sua anima,
    Liberandone le doti velate;
    Virtù che innate,
    Possano saziare la sua sete,
    D'amore e di passione.
    Solo in seguito
    Che l'avrà posseduta
    Si tedierà di essa.
    La ricerca di una novella realtà,
    Sarà l'evento da fondare,
    Che brulicherà la sua mente,
    Fino alla nuova,
    Frizzante conquista.
    Angela Mori
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      Scritta da: Angela MORI

      Bambola

      Abbigliata di pizzi e merletti,
      Nel tuo splendore di porcellana
      Coltivi disprezzo e nutri invidia...
      Gradiresti forse esser vera?
      Silente e immobile mi scruti
      Non posso non adorare il tuo sguardo
      Impenetrabile, cieca magnificenza...
      Nella tua chioma, cestino di grano,
      come bambina io mi perdo;
      mi tendi le mani attraente,
      non posso negarti un abbraccio
      Tu... cosi splendida e malinconica,
      artica come neve tra le mie mani
      non hai ne pianto ne sorriso...
      Ti ammiro contemplo e penso...
      Tu cosi bella, come puoi non aver un anima?
      Come puoi fare innamorare,
      se amore non puoi dare?
      Angela Mori
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        Scritta da: Angela MORI

        Ode ad acitrezza

        Antico miraggio e indecifrabili resti,
        Scagliati con furia per trucidare,
        Chi da Itaca aveva vagato e penato.
        Natura sublime,
        Porto senza eguali,
        Meraviglia della Perla del mare,
        Che è la tua Sicilia.
        Arcaico splendore,
        Ove dal mare come sirene,
        S'innalzano faraglioni;
        Fermi al sole o sotto la bruma,
        Vento non temono,
        E baciano la luna.
        Pescherecci attorno,
        E barche colorate,
        Sulle rive ferme,
        Come oggetti dell'opera
        Che uomo e natura,
        Creano d'accordo,
        In quel mare vissuto dai Malavoglia,
        Che raccontò Verga.
        Quanta suggestione,
        Onirico splendore!
        Tra mito e verità,
        La tua omerica Isola Lachea si mostra,
        E cinguetta attorno ad essa,
        La graziosa ballerina gialla,
        Inseguita in volo,
        Dal reale gabbiano,
        Sotto distese in fiore,
        Di carline raggio d'oro.
        Bimba dinamica di mattino,
        Donna passionale all'imbrunire,
        Fedele e devota
        Come Galetea ad Aci,
        Legata dell'amore eterno,
        Nell'incanto della notte
        E nella gioia del giorno.
        Dormi anche tu luna,
        Che Acitrezza vuol dormire,
        Dormi infinita avvenenza,
        Nel mare scuro che ti attornia,
        Dall'alto della punta,
        La Vergine Santa ti veglia.
        Angela Mori
        Composta martedì 18 giugno 2013
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          Scritta da: Angela MORI
          Avvampano le gote
          il caldo pervade,
          maligni mi sfiorano
          mentre smarrisco virtù,
          inspirando effluvio,
          di dame argentee.
          Tra psichedelici bagliori
          la fiaccola della logica si smorza,
          sotto i piedi,
          sisma tuona in spirale.
          Fuliggine vicino e voci lontane,
          sconnesso turbamento,
          scruto ciò che non avevo mai veduto
          dagli occhi bendati dalla ragione,
          l'occultato mistero
          dietro lastra ora mi appare,
          di nero ammantato,
          con occhi assenti,
          m'indaga.
          Vedo ciò che non c'era.
          Mi abbandono placidamente
          a infermità della mente,
          intanto che gira il mondo fluttuante.
          Con la percezione di sommergere
          per poi librami in etere
          odo canti africani
          tamburi e anatemi arcani
          si propagano confusi,
          intanto che negromanti e stregoni,
          volteggiano intorno,
          come dannati.
          Gola arida,
          cuore che imperversa,
          sintomo distruttivo,
          d'oblio stupefacente.
          Ora sull'uscio,
          pioggia che bagna,
          lava via lacrime e sorrisi
          dell'estrema follia.
          I tuoi passi più vicini,
          la fredda mano tua che mi sfiora,
          e tra la tua veste mi perdo per sempre;
          così in un angolo perisce,
          la mia eternità fallita.
          Angela Mori
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            Scritta da: Angela MORI

            Il bambino

            Da solo giocava,
            il bambino dal mondo dentro,
            da solo parlava,
            a chi non sa ascoltare,
            solo lui rideva,
            di risate non capite
            era solo lui,
            con la sua ignota pena...
            Il suo gioco durerà la sua vita intera,
            non tramonterà, ne sciuperà
            la sua innocente anima,
            ma muterà, solo il suo corpo.
            Che importa a quel bambino infinito
            se la gente di lui ha compassione?
            Lui gioisce, parla e gioca da solo,
            tra gli altri che fioriranno,
            effimeri fanciulli che
            diventeranno uomini;
            in lui invece si mostra il dono dell'infanzia,
            Per sempre.
            Angela Mori
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              Scritta da: Angela MORI

              Il giardino

              L'oleandro velenoso intrecciato alle tue dita,
              la regina dei fiori, cagiona la mia invidia
              petali bianchi di margherita
              si scompigliano anelando la tua cura;
              torso bronzeo tra quel verde
              che concilia ai tuoi occhi,
              tra l'avvenenza ed il mistero
              come nera pantera ti destri
              non ti accorgi che dall'alto,
              freme la mia brama.
              Spine scure le tue ciglia,
              la tua fronte celata da dorate foglie
              arbusti vivaci non temi
              affonda il tuo piede nella terra annaffiata
              la mano si unge di sudore e pantano
              e quel'arma innocente diventa tutt'una ad essa.
              Svestito al sole che risplende
              sulla tua rovente pelle
              stille di sudore non tengono pudore
              e tra gli incavi delle tue grazie,
              scorrono maliziose
              mentre dai vita a ciò che non c'era,
              vigore a ciò che è,
              speranza a ciò che sarà...
              Il balcone della brama
              cela il paonazzo del mio volto,
              la sgomento, la malizia e la vergogna...
              solo il mio sogno resterà incolto!
              Angela Mori
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                Scritta da: Angela MORI

                La passione di cappucetto rosso

                La passione di cappuccetto rosso.
                L'ho voluto io quest'incubo,
                cercandoti tra i fitti tralci di un bosco,
                intrecciati e umidi di bruma
                nel tetro della notte.
                Li ho voluti io quei graffi sulla pelle,
                con spine di cupe rose
                e foglie putride e ingiallite,
                sotto la vecchia faccia della signora in cielo,
                che spiava gelosa ogni respiro.
                Ho corso a lungo,
                seguendo il tuo ululato,
                Forte da graffiar l'udito...
                Ho voluto togliermi di dosso
                la seta di un rosso mantello,
                sporcar di rossetto la tua bocca,
                lambire cosi l inferno,
                farmi posseder dal vento
                che bruciava dentro te.
                Ho cercato e voluto
                i tuoi palmi forti su di me,
                Il tuo sapore d odio e rabbia,
                ho voluto sdraiarmi su pozze di fango,
                contaminare il mio corpo con il tuo
                ho voluto amarti in nemesi di gioia,
                in quella notte di smania e trasgressione,
                tra le creature che popolano gli incubi,
                con te che corrodi il mio cuore
                e ti nutri del mio dolore.
                Angela Mori
                Composta venerdì 26 luglio 2013
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