Le migliori poesie di Alda Merini

Poetessa e scrittrice italiana, nato sabato 21 marzo 1931 a Milano (Italia), morto domenica 1 novembre 2009 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Andrea De Candia
Se la foglia piange e trema
di fronte alla volontà di Dio
e Dio è combusto nell'universo,
se l'universo non è che una pallida idea
di ciò che ci darà la vita nuova
e la beatitudine,
che dire degli angeli
che si oppongono alla foschia delle genti,
al loro turbinio,
al fumo della guerra
e che dissipano con un'arma celere
i falsi splendori di Satana?
Angeli battaglieri
che entrano nelle foreste delle passioni,
che tolgono le piante impure
e sradicano il male.
Angeli che piangono
quando si rovesciano i troni di Dio,
angeli che divorano le donne
con le loro carezze.
Angeli che portano i loro seni lontano
affinché Dio li rivesta di gramaglie
per tutti i mancati splendori.
Angeli che tremano
davanti alla collera divina
e sono così palpitanti d'amore
che ogni donna vorrebbe somigliare a loro.
Angeli in fuga verso la beatitudine,
angeli che scorrono
come l'acqua al di là dell'universo,
angeli che tornano a baciare
le labbra dimenticate.
Alda Merini
Composta sabato 2 aprile 2016
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Andrea De Candia
    Tua moglie, una conchiglia di mistero,
    donna che si difende alle parole,
    come Petrarca ne farei una dea.
    È donna che ricerca smarrimenti
    che cerca un'acqua torbida di morte
    per poi ridiventare sirenetta.

    Hai mai capito tu quelle ali unite
    di troppo maneggevole farfalla
    che vorrebbe volare oltre i momenti
    di questa terra gonfia di confini?
    Alda Merini
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Andrea De Candia

      Rendimi i miei capelli

      Rendimi i miei capelli,
      non portarli con te nelle tue pene,
      inebriami di baci, come statua
      che abbia compiuto musiche maggiori.

      O coscia del destino semiaperto,
      lascia che ti ricami una chimera
      sull'avambraccio
      prima che la follia del tempo
      divori le caviglie.

      Sei nata donna
      ma tu sei così oscura
      come tranello in cui tema il piede
      di orizzontarsi. Sei la mia dimora,
      la dimora traslata dalle vigne
      che fa tacere anche il pavimento.
      Alda Merini
      Composta giovedì 31 marzo 2016
      Vota la poesia: Commenta