Scritta da: R. C.

In fondo alle scale

Salii a lungo quella scala,
come un rampicante sul suo salice,
avvolsi mente e corpo in un abbraccio,
sperando di bere gioia dal mio calice.

Volle il tempo considerar superfluo,
ogni mio sforzo, ogni mia azione,
passando dal momento del dispetto
a quello dell'ammirazione.

Ma non fu mai vero,
quel desider sopito,
rivoltomi alla fine di un percorso,
per un contrasto infine mai capito.

Non scenderò di nuovo quelle scale,
ormai son qui che guardo dal mio faro,
giusto, sbagliato, indifferente pare,
ciò che resta è un ricordo molto caro.

Tanta tristezza nel cuore e tanto amaro
per un linguaggio spesso duro
spesso avaro
sarà poi il tempo riparatore?

Guardai laggiù, in fondo alle scale,
vidi una mano tesa ad aspettarmi,
mi chiesi dunque cosa fare,
aspettando di sentirmi chiamare.
Composta mercoledì 2 dicembre 2015

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