Scritta da: LUIGI VIVENZIO

30 gennaio 2013

Zebrata la bianca neve
sulle cime aguzze
annuncia presagi che nel sogno
vedono nuvole all'orizzonte
vanificare il costante desiderio,
in un'attesa
che non ha recinti.
Assente è la parola
che tampona,
a volte sanguina,
non concede tregua
a chi affannoso arranca,
cerca il respiro.
Squarcia urli,
rompe il buio
della notte
il mio amore ferito,
viòla è la pelle che l'avvolge.
Tu non hai più lacrime,
il mare
presta lacrime ai tuoi occhi,
l'intonaco del muro si sfarina,
lieve una mano
sfiora il tuo voto,
s'impiglia nei capelli.

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