“Non è tanto una questione di come vivi, ma di che scelte fai. Ci sono sempre delle alternative”

Lauren Singer – 24 anni, newyorchese, laureata in Studi Ambientali – è già diventata un punto di riferimento internazionale per la lotta agli sprechi.

Lauren conduce da due anni quella che viene definita “Zero Waste Life“, ovvero il riciclo creativo: nel suo blog “Trash is for Tossers” ha documentato il processo di cambiamento della sua vita, da eticamente indirizzata a praticamente etica.

In cosa consiste questa vita “Zero Waste”? 

Volevo vivere davvero seguendo i miei valori” racconta Lauren, in questo modo evito di acquistare prodotti confezionati in contenitori non riciclabili o riutilizzabili, compro nei mercati alimentari, faccio i cosmetici in casa e la differenziata e il compost dei rifiuti organici, metto solo vestiti di seconda mano.

Ovviamente c’è voluto tempo per raggiungere questo livello assoluto di zero sprechi. Un processo sempre dinamico (si augura di imparare a cucirsi i vestiti da sola, un giorno), raccontato tra blog, video-tutorial Youtube e profili social: “Non cerco di imporre la mia scelta agli altri, ma voglio dare il buon esempio sperando di potere influenzare qualcuno. Dimostrando che non solo è possibile, ma semplice.

Ed è proprio da questo impegno che, nel 2015, è iniziata una nuova avventura per Lauren: l’avvio di un’azienda di prodotti naturali e fatti a mano, la “The Simply Co.“. Il progetto è stato finanziato tramite crowdfunding su Kickstarter, con 820 donatori e un totale di 42mila dollari (in due giorni ne aveva già raccolti 10mila). La prima creazione è un sapone per la lavatrice fatto di tre soli ingredienti: bicarbonato, soda e sapone di Marsiglia, in due profumi, lavanda o neutro. “Il crowdfunding è un ottimo metodo di testare il mercato quando si lancia un nuovo progetto, perché ti permette di avere già alle spalle fin dalla partenza dei potenziali interessati – sottolinea Lauren – inoltre puoi trasmettere le tue idee a chiunque, nel mondo”.

La vita di Lauren quindi si divide in produzione di creme/prodotti cosmetici handmade, mercatini biologici, spazzoli di bambù e tantissimi vasetti di vetro.

Un mio compagno di università si portava tutti i giorni il pranzo da casa in un sacchetto di plastica, con contenitore usa-e-getta accompagnato da una bottiglietta d’acqua monouso. Mi ha fatta riflettere: Noi dovremmo costruire il futuro del nostro pianeta, ed eccoci qui a incasinare tutto con la nostra spazzatura.

 

FONTEhuffingtonpost.it

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