È uno arnese assai carino
lo sconsiglia l'otorino,
di seta o di pizzo non è importante
non lo usa il lattante
è pieghevole e colorato
molte volte vien regalato
se tu vuoi indovinare
nel negozio devi andare.
Non è sempre a filo doppio
raffinato è anche l'astuccio
Lunga o corta, è sempre bianca
Si conserva in cassapanca
Sono snelle e sagomate
Oggi non vanno più usate
Se tu vuoi indovinare
Tra lo sport devi cercare.
È un sostantivo femminile
La sua lingua è come un badile
è sgarbato e prepotente
sa umiliare tanta gente
Perde spesso il controllo
crede d'essere un rampollo
Devi saper rispettare
se vuoi indovinare.
È un gioco per gli artisti
e diverte anche i turisti,
stai attento può farti male
è un ricordino originale,
attenzione alla diagonale,
diverso è il suo materiale,
la traiettoria devi guardare
se proprio vuoi indovinare.
Un'isola che non c'è
una spiaggia al tramonto
immagino attimi di pura gioia
le nostri mani che si sfiorano
i nostri cuori che cantano
le nostre anime avvinte.
Semplicemente gioia
semplicemente felicità.
Spesso sono originali
abbastanza provvidenziali,
chi le usa è importante
sono fisse o basculante,
se tu vuoi indovinare
in cucina devi andare.
Non me lo nego di saper riconoscere tra mille opere quella più bizzarra, in cui la Furba Nana, così chiamata per la sua loquacità sorniona e la statura a dir poco modesta, manda Rino, suo figlio sbarazzino, al mercato, proprio quando, fra gola irritata e raffreddore, molta voglia non ne aveva.
Allora egli indispettito, al Bicocca se ne andò, passando così da Rance* di Bretagna ai Navigli milanesi, ove nuovi incontri coccolavano le sue giornate grigie. Giodatte, romano amico suo, il cui nome deriva dalla frase a lui più ripetuta, ovvero: ”Giò, datte na mossa”, lo esortava a frequentar folcloristiche feste, nelle quali panettoni e zuccheri filati deliziavano i loro palati. Ma nonostante incontrò figure clementi, nel suo cammino, capì che la strada non era quella, così, come un lampo nel deserto, l’istinto lo condusse a ritornar per vecchie vie.
La Furba Nana, sola e rassegnata, non pensando a un suo ritorno, rammentava nel profondo tutto ciò che aveva intorno. Promise perplessa, di rendersi migliore per se stessa. A fine anno nel mentre cucinava una Rana Pescatrice, piatto sopraffino, il preferito del suo Rino, sentì aprire la porta di casa… Con grande stupore, vide proprio lui, con aria trasandata e occhi docili, e già si avvicinava esclamando: “Eccomi mamma, sono tornato, questa è la frutta che mi avevi chiesto. Sento profumo di rana, fammela mangiare, rimango per cena se non ti spiace”. L’amore represso, sbocciò tra loro in quel momento. Così i due si riunirono, misero da parte ogni screzio e si fortificò il loro affetto.
da me fu vagliata questa buffa sceneggiata ed ora dica chi sa trovare, tra le righe ben nascosti, tutti i frutti differenti. Attenzione, sono venti!
*Rance: fiume della Francia occidentale, in Bretagna, lungo circa 100 km.
What is the name of my magical force within me?
It can bend time and capture souls, twist your mind and deform your body making you old.
My power creates and cheats you out of the chance of beings alive.
It wanders the earth
looking for it's next adventure.
It steels your breath and fills you with the greatest of powers but follows you by deadly karma's magic if not used wisely.
My power was summoned many life times ago.
It come from within and from without.
It travels the expanse of creation.
I give, I keep and release what ever my power consumes.......Who dares to steel or mention the true name of my magic!
È un atto assai dannoso
anche poco misericordioso
Grande impegno ma leale
e attenersi alla morale
Un rapporto legato all'affetto
guidato con pazienza e con rispetto
Se proprio vuoi indovinare
attingi dalla storia per ricordare.
È una buona invenzione
se hai bisogno della direzione;
Tra le mani è libero di girare
a qualcuno deve accompagnare
Gioia è la leggenda dell'invenzione
Biondo quello dell'interpretazione;
Se vuoi indovinare
non perdere la testa, devi pensare.