Mi mancano le tue carezze. Le contavo sempre ad una ad una, quando con piccoli gesti di premura riuscivi ad adornarmi quest'anima un po' scarmigliata. E mi facevi bella fuori e dentro. Vicino a te mi sento fiore, poesia, lacrima di gioia che scende per avvolgersi fra le tue ciglia. Io che se non attraverso il tuo corpo, viva non lo ero mai stata. Ed è per te che ho imparato a sognare ad occhi aperti, a braccia spalancate. Così da contenere il mondo, la natura, e le ali degli uccelli. Nella speranza che al primo migrar d'autunno, il loro volo ti possa portare da me.

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