Mi chiamo Wolf, risolvo problemi.
dal film "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino
Mi chiamo Wolf, risolvo problemi.
Devo pensare di avere un po' di controllo sulla mia vita... che se le cose vanno male posso provare a recuperarle...
- Tom Hagen: Al marito di tua figlia diamo un incarico importante?
- Don Vito Corleone: Mai, diamogli da vivere però teniamolo fuori dagli affari della famiglia.
Io non dico una sola solitarias logos se non c'è qui il mio avvocato. Conosco la legge bastardi.
Ciascuno di noi ha due cuori
ma uno eclissa l'altro
se ognuno di noi riuscisse
anche per un solo instante
ad intravedere la luce
del suo cuore nascosto
allora capirebbe che quello
è un cuore sacro
e non potrebbe più fare a meno
del calore della sua luce...
Nessuno colpisce duro come la vita.
La nostra vita è determinata dalle opportunità... perfino da quelle che non cogliamo!
- Anna: Oddio! È proprio lei? Sono Campbell Alexander che cosa posso fare per te?
- Alexander: Hai visto i miei spot?
- Anna: Per questo sono qui. Mia sorella ha un'insufficienza renale da mesi.
- Alexander: Vorresti donare un rene?
- Anna: Vorrei fare causa ai miei per riavere i diritti sul mio corpo.
- Alexander: Puoi ripetere per favore?
Sono proprio contento di essere vivo... vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo... e non ho più paura.
Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me. Se le statue, le facciate delle chiese, si ricorderanno il mio nome. Voglio camminare un'ultima volta per queste strade che mi hanno accolta tanti anni fa, quando tutti mi chiamavano" la toscana ". Voglio vedere le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro. Se le strade conserveranno il rumore dei miei passi. La mia città, la città di Lecce, la devo salutare prima di partire. Ai miei nipoti Antonio, Elena e Tommaso lascio tutto quello che ho, ma le terre che erano di Nicola, quelle voglio che sia Antonio ad averle. Devi tornare qui Antonio, perché è qui che appartieni, avrai la terra, la forza che vive quando noi moriamo. Tu Luciana, avrai tutto quello che ti serve ma devi farti un po' di coraggio, i ladri non devono passare per forza dalla finestra. Quella è pure casa tua. Voi, Vincenzo e Stefania, non c'è niente che potete fare, per non amare Antonio. La terra non può volere male all'albero. Tommaso, scrivi di noi, la nostra storia, la nostra terra, la nostra famiglia, quello che abbiamo fatto di buono e soprattutto quello che abbiamo sbagliato, quello che non siamo riusciti a fare perché eravamo troppo piccoli per la vita, che è così grande. La mina vagante se ne è andata. Così mi chiamavate, pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare i piani.
Nicola mi ha insegnato la cosa più importante di tutte: a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. Non siate tristi per me, quando non sentite la mia voce a casa: la vita non è mai nelle nostre stanze. Moriamo e poi torniamo, come tutto".