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Scritto da: logos probus
Un colore come l'ocra, mi sembra possa sciogliere un mistero nelle certezze dell'animo e mettere in fuga il dubbio, solo apparentemente. Sono certezze inesistenti quanto reali nel pensiero, come minuscoli pixels che scompaiono in mezzo allo schermo. Proiettati ancora nel "forse", guardiamo senza i filtri dell'analisi. Il paradosso del dubbio è che, dal dubbio non si può scappare con le uniche certezze che abbiamo, e il dubbio non può trasformarsi in certezza. L'emozione suscitata nel vedere un colore, sarebbe poi come guardare dentro al nero e vedere il bianco, tanto impossibile quanto realizzabile se si è sotto l'influsso dell'emotività. Si può provare a cercare in un qualche pensiero incontaminato dagli stati d'animo. L'apparenza o l'inesistenza di qualcosa può derivare da una ricerca di certezze fallita, se "realizzata" dentro ai misteri. Seguendo questo ragionamento, ammetto che questo discorso stesso possa non essere "affidabile", perché uscì da un mio stato d'animo, scaturito prima da un colore visto in immagini. Ne deduco anche che, almeno vale per me, un animo è un potente "siero della verità" per produrre pensieri copiosi, a partire quasi dal nulla.
Composto venerdì 3 marzo 2017
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    Scritto da: logos probus
    Mi precipito a scrivere un pensiero - (siete arrivati appena all'inizio di questa lettura, e apro la presente parentesi, solo dopo aver concluso le prossime frasi, create dagli stralci di quei pensieri che mi sembravano interessanti, in una prima luce tra uno spiraglio, che un carpe diem non ha acceso) - però sfuggirà quasi interamente a questo foglio e alla mia stessa mente; è solito sfuggire quanto dell'acqua raccolta, che non si fa rinchiudere mai. I pensieri si disperdono come gocce nel mare. Un errore di battitura corrisponde a una via della memoria sbarrata di fronte al futuro che "era" o sarebbe stato. Lo definirei un lapsus "di tempo".
    Detto altrimenti, meno in sintesi personale, c'è un solo tempo ovvero una sola occasione per far avvenire o accadere qualcosa, come la scrittura sia teorica che pratica di un pensiero. Quindi pare esserci una parte infinitesimale di tempo per ogni cosa. Il resto, che non rimane nella memoria, si perde nell'oblio di strade interrotte, sul nascere. Anche se qualche pensiero, poi può riemergere.
    In effetti proprio adesso, non ricordo più.
    Composto mercoledì 8 febbraio 2017
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