Post inseriti da Marilisa Menegatti

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Scritto da: Marilisa Menegatti
Liberati
Anima Celeste
Dagli affanni della vita
Accogliendo la mia mano nella tua
l'energia verrebbe raddoppiata.
Guardami
Son lontana
Eppur vicina è la mia anima
Che sento essere alle tue spalle,
Abbracciarti,
Accarezzandoti i capelli.
Anima dolce
Tu sei rara quanto il diamante.
I tuoi occhi color del cielo
Son colmi di nuvole e baratri,
Così profondi da non vederne il fondo,
Ma così dolci, da sentirne il gusto
In un mondo effimero.
Che il mio bacio arrivi alle tue labbra
e ti insegni ad amarti,
Così com'io t'amo.
Il tuo mondo è colmo di scheletri,
Ma di "loro", paura io non ho.
Se dovessi amarti anche da qui
Io lo farei.
Se dovessi combattere per te,
Sguainerei la spada.
Sei l'unica meraviglia
d'un mondo sol sognato
e la mistica visione
d'un raggio di luce
Che dai miei demoni
m'ha liberata.
Senti i battiti del cuore,
Unisoni ai miei?
Stringi la mia mano
e le lacrime
dai miei occhi
Tu laverai.
Composto venerdì 22 aprile 2022
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    Scritto da: Marilisa Menegatti
    Sono un fantasma che vive sulla terra. Mi trascino. Lenta. Il mio sacco di agonia, sbagli e dolori lo trascino dietro con un cordino... pensavo pesasse di meno.
    Più gli anni passano e più pesa. Questa terra. Il sacco. La vita.
    Uno strano fantasma che sente tutti i dolori umani.
    Che sul comodino ha libri e medicinali.
    Perché sono qui? Dite?
    Loro mi hanno sprangato la porta...
    "Non è qui che devi stare", dicono.
    Eppure nemmeno questo è il posto adatto.
    Sola.
    Chi è questa gente?
    Mi sono persa.
    Un fantasma, sulla terra, che si perde.
    Ironico, dopotutto.
    E il sacco?
    Si è ingrandito. Ora si trascina. È stanco.
    Stanco...
    Come il mio corpo.
    Composto lunedì 22 novembre 2021
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      Scritto da: Marilisa Menegatti
      Ti accorgi che una persona ti mente, quando ti tratta da ruota di scorta e non da amica. Te ne accorgi dai suoi modi di fare. Dai mancati messaggi. Dai messaggi senza risposta. Dalla distanza che separa due persone, senza che vi sia alcuna distanza. Ti accorgi che una persona ti mente, dalle sue risposte sillabate. Dal suo orgoglio. E dai silenzi. Quelli sono talmente intrisi di menzogne e verità, che se potessero parlare sapresti tutto, o forse non sapresti nulla comunque. Ad ogni modo, lo capisci quando sei di troppo. Quando non interessa la tua presenza. Lo capisci, ma quando accade, ormai, l'hai capito troppo tardi. Così, aggiungi un buco dentro l'anima e vai avanti.
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        Scritto da: Marilisa Menegatti
        11 maggio 2020 09: 13

        Dormi due ore, ti svegli e la prima cosa che pensi è la scena di Ipazia nel film Agorà... una scena realmente accaduta, scritta nelle memorie dei suoi discepoli e che ti fa sorridere per la sua arguzia...

        ** Damascio racconta che la donna era vergine, sebbene facesse innamorare molti, e, addirittura, a un uomo malato d'amore, "gettò una delle pezze usate per il mestruo e gli disse: questo tu ami, giovane, niente di bello". Cirillo "si rodeva a tal punto che tramò la sua uccisione, fra tutte la più empia". Si può dire di Ipazia quanto p. B. Shelley scrisse dell'eroina di Sofocle: "Che sublime ritratto di donna! Alcuni fra noi, in una precedente esistenza, si sono innamorati di un'Antigone: ecco perché non troveranno mai completa soddisfazione in un legame mortale!". ** [Fonte: lavocedifiore. Org]

        E con questa grazia, io vorrei esortare tutti coloro che mi fanno lusinghe gratuite e che cercano di avermi, solo per puro sfogo sessuale.
        Con la stessa grazia di Ipazia, vorrei dire loro:

        "Voi amate quel sangue che scorre fuori da me ogni mese?
        Io sono questo nella carne... e non è né bello, né grazioso, tantomeno piacevole. Io ho un'anima e voi guardate solo ciò che gli occhi vi incitano a guardare.
        Non voglio essere vista come una bambola. Voglio essere ben osservata negli occhi, come essere pensante.
        Come donna libera.
        Vorrei essere ascoltata e non udita soltanto.
        Vorrei avere il posto che spetta agli stessi uomini, perché è solo il mio corpo ad essere diverso. La mia anima è eguale a tutte le altre.
        Non cerco una relazione e nemmeno un'avventura. Io cerco saggezza, consiglio, istruzione e comprensione. Non ambisco alla famiglia come le altre donne.
        Io ambisco all'arte e alla cultura, e ne sono totalmente schiava.
        Quella stessa cultura, che molti di voi schivano, denominandola" noiosa", per me è definibile come la cosa più importante della vita stessa, perché una persona senza cultura è una persona in una prigione invisibile.
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          Scritto da: Marilisa Menegatti
          7 maggio 2020 21: 33
          Ed io a raccogliere i cocci di ciò che ho perso di me stessa... mentre lui, non ha cambiato nulla di sé, a parte il luogo dove vivere, non ha vinto nulla... ha solo distrutto quel poco che mi era rimasto della mia dignità. Tutto è andato a puttane... la mia vita... i miei sogni... le mie ambizioni... tutto. Mi sento come un puzzle, i cui pezzi sono andati persi. Un cristallo distrutto da una mano molto lesta... Niente può ricomporsi... io non sarò mai più quella di prima. Forse aveva ragione "Lei" quando avevo 17 anni... sono solo un "pagliaccio della compagnia"... perché è così che sono stata definita in passato. E non hanno mai smesso di trattarmi come tale.
          Composto giovedì 7 maggio 2020
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            Scritto da: Marilisa Menegatti
            Eccomi qua,
            il 22 marzo 2020.
            A scrivere di non so cosa, su un foglio bianco, che poi forse finirà su un social che ho sempre reputato blando e stupido.
            La psichiatra mi chiederebbe "Come ti senti oggi? Come sono i tuoi pensieri?" E la mia testa mi riporta a quel Ciak del film Joker dove la psichiatra gli chiede la stessa medesima domanda e lui risponde "Lei non mi ascolta. Mi fa sempre le stesse domande ogni settimana: come va il lavoro, hai avuto dei pensieri negativi... Sono soltanto negativi i miei pensieri!"... e io mi immedesimo in Arthur come un attore teatrale si immedesima nel suo personaggio.
            Ma la differenza è totalmente abissale.
            Sono sdraiata a letto (che novità). Le gambe non mi danno pace.
            Ero abituata ad uscire con la mia cagnolina, incontrare gente, bermi il caffè al bar. Niente... sembra quasi un sogno annebbiato.
            Eppure tutto questo è accaduto.
            Come è accaduto che il 24 aprile avrei fatto 4 anni di fidanzamento con una persona che non sento più e il 1 maggio 3 anni di convivenza... con una persona che mi ha chiesto 3 volte di sposarla e poi... puff... colpa mia, colpa sua... 50 e 50... è sempre un 50 e 50 in una rottura.
            Ma questa è la cosa tremenda... è come se l'avessi vissuta da sola questa cosa.
            È come se questa "relazione" fasulla o veritiera, l'avessi vissuta da sola, perché se facciamo il calcolo dei momenti che io e lui abbiamo passato realmente insieme... e dico insieme... non nella stessa casa, ma insieme... beh... si riducono a poche settimane... in 4 anni.
            Perché io ero fiera del mio ruolo di "mogliettina da film annì 50" e lui era contento del ruolo di "marito annì 50"... finché... non mi sono accorta che ero solo io a vivere quella relazione e noi non siamo più negli annì 50 e io non sono la schiava di nessuno, né la mamma di nessuno.
            Quindi la psichiatra mi chiederebbe: "come ti senti oggi?"...
            "Mi sento come mi sento tutti i giorni. Sola. Vuota. E piove, quindi il mio umore peggiora a dismisura, sebbene la pioggia aiuterà a far sparire questo virus (?) O forse no... non sono un medico o uno scienziato. So solo che mi sento esattamente come mi sentivo tutti gli altri giorni con una persona accanto. Sola in mezzo alla gente.
            Semplicemente perché quella relazione la vivevo con la testa e il cuore stava in cantina attendendo un cenno minimo di dolcezza da parte sua, che si limitava a qualche foto su whatsapp della colazione a letto, che quando poteva non mi ha mai portato, bensì ero io a portargliela appena era a casa. Un qualche bacio quando si ricordava... Ma questa pazza folle, se non amava il proprio compagno, allora cosa ci stava insieme ancora e ancora e ancora... e sopportava ogni suo capriccio, ogni suo sclero. Forse perché lo amavo? Forse perché ero davvero l'unica ad amare in quella relazione. Una persona che ti dice tutti i giorni di amarti, ma non te lo dimostra, non significa per forza che ti ami... anzi... quando poi ti lascia sola nel momento più cruciale, beh, lì capisci. Lì, capisci di essere sola. Eri sola prima, eri sola durante e sei sola ora."
            Questo ti logora, ma ti fa rendere conto della realtà della vita.
            Come disse Audrey Hepburn, mia amata attrice: "Ricorda, se hai bisogno di una mano, la troverai alla fine del tuo braccio e mentre diventi più grande, ricorda che hai un'altra mano: la prima serve ad aiutare te stesso, la seconda serve ad aiutare gli altri!".
            E aveva ragione...
            Come mi sento oggi?
            Come un uovo, in mezzo ad una strada newyorkese, in pieno traffico intenso, di fronte a Wall Street... spero almeno di vedere Tiffany da qui.
            Ecco, come mi sento.

            Un bacio

            M. M.
            Composto domenica 22 marzo 2020
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              Scritto da: Marilisa Menegatti
              Pensi di aver trovato la serenità, una stabilità emotiva... Poi, alla fine, non è mai così. La mia anima è maledetta da una ricerca infinita di incolmabili vuoti. Il rimedio non è nella ricerca della mezza mela, ma nella ricerca di se stessi, ormai. Ci si perde nella ricerca e si confonde il vero traguardo. Inutile pensare di gestire un'anima inquieta, semplicemente... lasciatemi libera di vivere o morire nel mio "Io" perduto in flashback ripetuti all'infinito. Cado... ma poi mi rialzo e se mi rialzo divengo più forte... se non mi rialzo, beh, vuol dire che in quel momento deve andare così. È la vita. Senza se e senza ma. Questo è un sogno vissuto a metà tra veglia e una mera visione offuscata di incompresi film senza regista.
              Composto giovedì 1 novembre 2018
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                Scritto da: Marilisa Menegatti
                Momenti che si svuotano nell'istante di un battito di ciglia. E si sta lì a guardarli da uno schermo invisibile, scivolati dalle mani come fossero olio, attendendo che il prossimo attimo si incroci col presente e rallenti il suo corso per non perderne l'essenza. Liberandosi dalla coscienza e dall'incoscienza di ascoltare il resto e non sé stessi. Ora esisto solo io e come essere pensante baso il mio presente sul mio solo volere e su ciò che ne fa parte. Il resto è solo sbuffo di polvere che vaga in una piazza senza sogni.
                Composto lunedì 13 luglio 2015
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