Si, diciamo la stessa cosa Brunason.

"Laetus deget cui licet in diem dixisse: vixi".

Questa è la mia "pace"... Sapere di aver vissuto ogni istante con grande forza e passione (nel suo duplice senso di amore e dolore).

Forse Paul, correggimi se sbaglio, diciamo in modi diversi la stessa cosa: vale la pena vivere intensamente, anche quando il dolore ti lacera il cuore.

Ciao Brunason...
Mi dispiace per ciò che hai vissuto,ti capisco profondamente,però se non lo avessi fatto ora non saresti ciò che sei, ed a me appari una bella persona.
La tua strada è giusta per la comprensione di te stessa, è indispensabile trovare, per un pò, la pace.
Un anno fa ho combattuto come un cane per la mia attuale pace...
Ma non cerco la pace, non voglio la pace, dovessi rischiare di sentirmi morire ancora mille volte!
Continuerò a combattere come un cane per altro ora!!!

Un abbraccio.

Paul, un tempo definivo il mio umore come  il tracciato di un elettrocardiogramma.
Alti e bassi.
Gli alti, più alti dell’Everest.
I bassi… più bassi della Fossa delle Marianne!
Senza via di mezzo.

Ora, dopo un’acme quasi insostenibile di dolore, ho imparato a percepire anche…le onde medie.
Sono passata nel crogiolo di una sofferenza molto intensa.
Ho patito profondamente a causa di persone care, amatissime. E il dolore è ancora li, sfumato, stemperato, ma vivo e stabile. Tuttavia, nei limiti del possibile, rimango nella pace.
Ti sembra, la mia, la strada giusta?

Ciao Brunason.
Il mio senso sta proprio nel "contromano",cambiare la mia direzione sarebbe come scegliere di vivere una vita altrui...
La vita è tanto bella quanto di*gustosa, ne vivo quotidianamente i due aspetti. Non penso ci sia una strada "giusta", c'è nè sicuramente una "nostra" basta avere il coraggio di percorrerla.

Grazie per il tuo augurio!
p.s.
Tu, la stai percorrendo la tua strada?
Ti senti sia quella "giusta"?