Commenti a "Il dolore nasce nell'ignoranza dell..." di Giulio Pintus


31
postato da bluedeep, il
In riferimento all' ultimo  commento visibile di Daline 98, vi sono due questioni che sono dissimili, benché trattino dello stesso oggetto: una si riferisce alle radici che il dolore ha ( la frase da me postata) , l' altra tratta dei frutti del dolore ( faccenda che non ha alcun legame con l' aforisma di cui sopra e, di cui, dunque, non intendo trattare, perlomeno ora); questa distinzione è fondamentale affinchè  possa cercare di spiegarmi meglio.
Trovo invece attinente ed utile ciò scrivi come prima asserzione : "tutti posseggono qualcosa, quindi tutti potrebbero perderla", infatti è esattamente ciò che io stesso ho scritto sulla frase postata; certo, non tutti pensano a ciò che possiedono nel medesimo modo: Vi sono persone che si accapigliano per le cose, altre no. Vi sono persone che possiedono ( ma è solo un esempio) un' automobile e sono consapevoli che quello è un mezzo di trasporto e lo utilizzano, appunto, per ciò che è (consapevoli che un giorno quell' auto smetterà di funzionare, o se non pagata, verrà pignorata, in entrambi i casi ( ma anche in qualsiasi altro caso possibile) l' universo se la riprenderà; altri che, invece, considerano la loro macchina un fine. Anche lo stesso linguaggio che è uno strumento per comunicare le proprie idee, è utilizzato da taluni come fine, obbiettivo, bersaglio, forse fraintendendo Confucio : "Che vanità, voler penetrare il bersaglio quando tiri con l' arco. Ci sarà sempre uno più forte di te. L' unica cosa che conta è la correttezza del gesto".

Tutti noi, possediamo qualcosa, certo, ed è certo che un giorno la perderemo, alcuni valutano questo qualcosa, qualsiasi cosa sia, indispensabile e fondamentale per la realizzazione di se stessi, altri, invece, no; cercano, di elevare il loro punto di osservazione, così da non essere succubi delle cose, pur possedendole.
30
postato da , il
Intanto tutti posseggono qualcosa, quindi tutti potrebbero perderla, concordo con malandrino,le opere migliori e gli artisti più grandi sono frutto del dolore, della sofferenza(interno o esterno)il dolore è frutto della vita, nessuno di noi credo scelga volontariamente di soffrire e, l'impermanenza è un dato di fatto, che lo si voglia o no le cose cambiano attimo per attimo...quindi non vedo ignoranza nel dolore così come nel credere che tutto possa essere impermanente..
29
postato da , il
Prima di commentare una frase, bisognerebbe capire di che si sta parlando. Personalmente, ho votato 10 questa frase, e lo rifaccio ora. In essa non c'è alcun ottimismo (anzi !!), ma una constatazione di fatto: il continuo fluire del tempo e dell'esistenza, che senza speranza alcuna ci destina a perdere tutto ciò che riteniamo di possedere, fino a privarci della stessa vita.
     Bisogna dunque che ci rendiamo conto di non possedere alcunché, proprio a motivo del fatto che tutto ciò che riteniamo di avere, qualsiasi bene, qualsiasi conquista, prima o poi lo perderemo. NULLA E' NOSTRO, PERCHE' NULLA PUO' ESSERLO.
    Questo significano le parole "Il fluire dell'esistenza, dell'universo non può sottrarmi alcunché, se non lo posseggo."
    Chi è non è COSTANTEMENTE cosciente di questa situazione di impermanenza, la ignora, E RITIENE ERRONEAMENTE di possedere qualcosa. Quando verrà la privazione, che sicuramente verrà, sicuramente proverà dolore.
    Il dolore deriva da questa ign*oranza.  Che poi il dolore produca il canto dei cigni, le furie omicide, o le opere d'arte, è cosa che attiene ai frutti del dolore e non alle sue cause, come giustamente precisa l'autore.
    Vorrei a questo proposito aggiungere che il frutto principale del dolore è l'affinamento dello spirito, cioè la sua elevazione al di sopra della materialità dell'insanabile dualismo illusione-delusione.
    Ma questo è probabilmente troppo in questo contesto di lillipuziani, dal quale sempre più vado desiderando di venir fuori al più presto.
28
postato da bluedeep, il
Basta! Se intendi offendermi nuovamente, dovrai prima scusarti :-)
27
postato da bluedeep, il
Siamo alle solite...

ATTENZIONE: l'autore ha richiesto la moderazione preventiva dei commenti alle proprie opere.
Invia il tuo commento

Disclaimer [leggi/nascondi]

Guida alla scrittura dei commenti