Commenti a "Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile..." di Galileo Galilei


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Due parole ancora per Vincenzo: l'unità di misura deve,a motivo della sua stessa funzione, essere più piccola di ciò che si deve misurare. Dunque tu, che sei il massimo esponente della vita nell'universo, non puoi essere l'unità di misura che andiamo cercando.  : ))
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"Ma potrebbe essere anche il contrario."
"scientificamente è dato (per adesso) di vedere solo questo."
"quello che non ci risulta scientificamente misurabile è semplicemente il loro scopo."
Prendi della limatura di ferro. Mettila su un foglio di carta. Poi, sotto il foglio di carta, metti una calamita. La limatura di ferro si disporrà sudue cerchi concentrici, secondo le linee di forza della calamita. Noi (per adesso) vediamo la limatura di ferro, e non vediamo la calamita.
Ma a quelli più perspicaci di noi, come tu dici, "sembra riduttivo credere che dall'evoluzione di manciate di molecole inanimate sia nato l'animale uomo con tutte le sue prerogative. "
    Lo scopo, i valori: è proprio qui la ragione della matrice, e il perché della calamita.
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Pino sicuramente i sentimenti e le emozioni hanno dei gradi, le misure che usiamo sono empiriche, ma hanno dei valori. Quindi sono misurabili; forse il problema resta nel fatto che ognuno di noi ha una sua scala di valutazione. Ma studi come quelli psicologici possono uniformare anche queste misure. In ogni caso la scienza ci offre la possibilità di misurare i neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, adrenalina, noradrenalina, gaba, gluttammato, reserpina, ...) che sono i motori o i risultati del nostro agire, delle nostre sensazioni.

Dell'anima non so! Io credo che essa sia espressione della nostra mente che è la "magica" espressione dei processi chimici che avvengono nel nostro cervello. Ma potrebbe essere anche il contrario. Certo è un pò riduttivo credere che la nostra potente capacità di espressione e controllo del mondo sia solo il risultato del muoversi di alcune molecole, sembra riduttivo credere che dall'evoluzione di manciate di molecole inanimate sia nato l'animale uomo con tutte le sue prerogative. Ma scientificamente è dato (per adesso) di vedere solo questo. In ogni caso dell'anima restano misurabili e visibili i comportamenti. E' (per adesso) possibile misurare solo i suoi "risultati". In fondo l'anima è una per ognuno di noi (è questa una misura? Io penso di sì!).

Quale sia lo scopo dell'anima, di sentimenti ed emozioni, della vita stessa, prescinde dalla loro misurabilità ... quindi con le opportune osservazioni anche queste cose sono misurabili; quello che non ci risulta scientificamente misurabile è semplicemente il loro scopo.
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Vincenzo, tu scrivi: "L'unità di misura dell'amore è : Finché non fai del male ad altri o a te stesso." Errore madornale. Misurare significa dire QUANTO è, non CHE COSA è. Hai scambiato l'unità di misura per il criterio di individuazione. Sono due cose diverse.
     Circa l'odio, sei stato più preciso; ma perché solo gli omicidi? Le quantità di schiaffoni o di cazzotti, no? Come si fa a stabilire chi odia di più e chi di meno? Questo significa misurare.
     Se Galilei non era un pavido e anche Bruno non era un pavido, perché uno ha abiurato e l'altro no? Era fesso, Bruno, a non voler salvare la pelle? Quanto valeva Galilei e quanto Bruno? Puoi misurarlo?
     Circa la misura dell'infinito (che è anche la misura dell'anima), ogni misura ne è impossibile; e non basta tutta la volontà del mondo a darne una (questo vale anche per Golina).
     Circa il tuo dulcis in fundo, cioè l'inutilità di proporre teorie al pubblico, rendere misurabile ciò che non è misurabile lo si può solo in un modo: trovando il metodo e l'unità di misura. Le stelle, non si sapeva quanto fossero lontane; poi si trovò, con Bessel, il metodo della parallasse, e delle stelle più vicine si riuscì a stimare la distanza. Ma non si sapeva quanto fossero distanti da noi le stelle che non presentavano uno spostamento paralattico. Ci pensò il diagramma di Hertzprung e Russell. Ma le galassie? Quanto erano lontane? Ci pensarono, ai primi del 900, le variabili cefeidi. E così, via via, si trovarono i mezzi per effettuare le misure.
    Galilei era uno scienziato, e parlava di scienza, non di nuvole. E, in campo scientifico,  ciò che non è misurabile si può rendere misurabile in un solo modo: trovandone l'unità di misura. Se l'intuito non trova l'unità di misura, ogni misura che fornisca è priva di senso e lontana dalla realtà quanto può esserlo la fantasia.
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Freda.Sta in noi...volere,o non volere concordare l'unità di misura.
Sta sempre nella nostra capacità è volontà.Misurare,e avere la forza di rendere misurabile ciò che non è misurabile.
La vita diventa una tragedia,se non si riescono a trovare le giuste misure.E difficile misurare l'unità della vita.Concordare la misura dell'anima.Ho ancora peggio,dare una misura all'infinito.
Ma se noi vogliamo dare una misura a tutto...POSSIAMO.
Perchè la misura è la nostra volontà.

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