Commenti a "Oggi ho scoperto che il 96% delle persone tra..." di Sir Jo (Sergio Formiggini)


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Non mi faccio curare nemmeno da chi ha i titoli ora come ora, ho paura dopo le ultime esperienze. Anni fa l'ho fatto, quando i medici ti curavano, ora ce ne sono tanti ma, non servono a nulla, solo ad infangare anche quelli capaci.Sarebbe stato meglio che facessero i meccanici di qualsiasi altro tipo a mio avviso, visto che scarseggiano perchè nessuno sa più usare anche un tornio. Certi lavori vanno dati in mano a chi ha doti naturali per quel determinato lavoro....ci deve essere una forte selezione....
I genitori  hanno sbagliato....ribadisco che la cultura è cosa buona ma, per chi è interessato alla cultura.......
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Aggiungo, al precedente messaggio, che è ovvio che un laureato in legge vorrebbe fare l'avvocato, come uno laureato in medicina il medico. Ribadisco sempre che è ovvio che uno che ha bisogno di lavorare può accettare qualsiasi posizione lavorativa magari in attesa di raggiungere le proprie aspirazioni.

Sottolineo che la cultura è interesse dello Stato sia il più diffusa possibile! Che poi uno si possa fare una cultura da solo sono concorde, ma mi pongo una domanda giosc: Ti fare curare da un medico che dice di esserlo, ma non ha titoli?
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Ribadisco che la scuola deve insegnare cultura ed educazione, non a fare il meccanico, il cameriere, il lava-scale o la colf. Resta ovvio che se il lavoro sarà da colf anche con la laurea bisogna saperlo accettare. Il rispetto per l'umiltà lo devono insegnare le famiglie soprattutto... Ho sentito gente alzare la voce con gli insegnanti perché il figlio super-intelligente andava male a scuola. Ovviamente il ragazzino in questione non era un genio e nemmeno studiava, ma secondo i genitori non era possibile che il loro "genio" valesse poco... Sfortunatamente non sono casi rari. Stesso vale quando si sentono genitori dire non riesco ad uscire perché i miei figli a scuola li riempiono di compiti ... quindi escono fanno la loro vita coinvolgendo i figli. Ho avuto il piacere di leggere una giustificazione che recitava: "Mia figlia non è potuto fare i compiti causa spesa al super-mercante" ...

Una persona che lavora e produce, se pure poco, ha diritto ad una retribuzione! Anche chi insegna ha diritto ad una retribuzione; insegnare è un lavoro. Chi insegna (o fa insegnare) ad altri per interesse proprio sta facendo un investimento, non è certo obbligato. Ovviamente in certe ottiche l' "obbligo" sorge perché lo Stato "premia" (o premiava) questo sforzo detassando e consentendo retribuzioni inferiori. Che poi una persona trovi di meglio e se ne vada è una cosa più che giusta. Non dico che un apprendista debba essere pagato quanto un esperto, ma sottolineo che deve comunque essere pagato.

La questione dei personaggi che avendo un pezzo di carta in mano non vogliono fare lavori "umili" esiste, ma rientra in quanto dicevo sopra e anche nel particolare che sono le stesse famiglie (per adesso) a sostenere il "non lavorare" dei figli fino a quando non trovino posizione sufficienti elevate per il loro rango!!! ;)

Chi ha fame fa qualsiasi cosa, chi vuole vivere da solo cerca di fare qualsiasi cosa purché retribuita! Senza retribuzione cadono tutte e due le motivazioni perché si deve continuare a vivere con la famiglia sia per mangiare che per vivere. Senza retribuzione non si la possibilità di distacco dalla famiglia, quindi, la mancanza di retribuzione, diventa un'ottima molla ad imboscarsi, appoggiarsi alla famiglia e non fare nulla.
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Sul fatto che la scuola abbia un ruolo di conoscenza e che non abbia nulla a che fare con il lavoro, sono d'accordo ma, allora perchè i laureati in giurisprudenza per esempio, vogliono fare gli avvocati e non lavorare in un'impresa di pulizie, quando non trovano lavoro?E tali ragazzi si adatterebbero a lavorare in un'impresa di pulizie pur non  sapendo fare il lavoro e a due euro o vorrebbero aver diritto ad uno stipendio adeguato al tempo ed alla fatica messa sui libri per laurearsi?
Quando hai un'azienda e ti prendi un ragazzo senza esperienza lavorativa pur laureato, sai che dovrai donargli il tuo tempo o di qualcun altro e quindi anche del denaro per insegnargli il lavoro. Non ti sembra che il tempo di chi insegna dovrebbe valere qualcosa? Magari nel più bello che tu gli hai insegnato, tal ragazzo se ne va ed anche senza ringraziarti per aver contribuito ad ampliare le sue conoscenze lavorative! Se tal ragazzo avrà dei meriti stai certo che gli arriveranno i benefici, nessun imprenditore serio si diverte a continuare ad assumere gente nuova!

Se invece vogliamo continuare a credere che la scuola sforni tutti geni che cambieranno le sorti del mondo, è giustificata l'esistenza dei call center!  Io ce l'ho con l'arroganza di chi si sente già arrivato da qualche parte solo perchè ha un pezzo di carta. Non è così, i ragazzi devono sapere che sono solo all'inizio e che umilmente devono imparare. C'è gente che lavora da vari anni e che si sente trattata malissimo da questi prepotenti che pensano di sapere tutto. Ho assistito a delle scene vergognose!
Ecco perchè credo che abbiano più possibilità di riuscire nella vita gli "sfruttati del lavoro minorile" che diciamocelo, qui non sappiamo nemmeno cosa siano, che gli smidollati annoiati.
La cultura te la fai in vari modi ma, soprattutto quando sei interessato a fartela.
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Tutte le riforme fatte negli ultimi anni hanno mirato a rendere la scuola tendente alle abilità lavorative. Risultato: nozionismo puro, perdita di cultura anzi degrado culturale.

Lavorare gratis non serve a nessuno. Soprattutto è ingiusto che chiunque abbia un utile dal lavoro di altri, non è corretto che chi attacchi un bottone in cambio non riceva nemmeno 1 cent! Caso mai è giusto che si sia pagati in base ad un risultato prodotto, ma non certo ZERO.

La scuola deve dare cultura, non adattamento al lavoro, altrimenti impareremo a fare solo quello che già sappiamo fare, non espanderemo né la nostra cultura, né tantomeno la nostra intelligenza.

Il cervello, l'intelligenza dei giovani, deve essere formata sul sapere, sul conoscere, non solo sul fare. Se vogliamo allevare i nostri figli solo sul fare dopo non lamentiamoci di quello che vediamo, del disperdersi della cultura. Il lavoro è una ricchezza, ma va imparato sul campo, la scuola deve formare soprattutto soggetti culturali i quali da soli svilupperanno le loro capacità sociali e lavorative. Come abbiamo fatto quasi tutti quelli che ormai abbiamo 100 anni...

Ci sarebbe poi da dire che andrebbe anche monitorato e controllato il livello e la capacità di insegnamento dei luoghi di istruzione, ma questo è un altro discorso!

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