La razionalità è la tomba della vita: proietta continuamente davanti a noi il futuro più plausibile.
Composta mercoledì 22 febbraio 2012

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    Salvo il tuo commento Giuseppe.
    E' un punto di vista da una prospettiva esterna ed è molto interessante rifletterci. Sono cose che potrei pensare, ma su cui, presa dalla fretta, non mi fermo a ponderare.
    Grazie
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    postato da , il
    Secondo me l'ideale è compiere il dovere con gioia. Per arrivarci, bisogna innanzitutto essere convinti che il dovere è la scelta migliore; poi ricordare la gioia che dà, di solito, l'averlo compiuto; infine premiarsi, dopo il dovere, con qualche piacere.
        Se, nonostante ciò, la situazione dovesse risultare insopportabile, è segno che c'è ancora qualcosa da capire, ancora qualche esperienza da fare. E per capire e fare esperienza ci vuole libertà. Anche la libertà di sbagliare.
        La nostra vita è come un labirinto, nel quale le vie che appaiono più semplici possono essere vicoli ciechi, e quelle che appaiono più anguste e difficili possono condurre alla meta. Spesso, anzi, se non si passa attraverso la disillusione, il dolore e la stessa colpa, non si arriva da nessuna parte. Risulta dal Vangelo, che un ladro è stato il primo ad entrare in Paradiso, lo stesso giorno della sua mo*rte in croce insieme a Gesù. Non c'è dunque da farsi maestri, nè da giudicare nessuno. L'unica via per capire quale è la strada giusta è andare avanti, provare, cadere, rialzarsi, proseguire.
        E soprattutto rinascere ogni giorno.
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    postato da , il
    Bravo (evaso) Giuseppe!
    Io dai doveri salottieri scappo a gambe levate, ma i doveri morali mi trovano senza difese... Quella terribile frase che dice: prima il dovere poi il piacere, martella sempre la mia mente quando mi trovo a decidere fra le due alternative.
    E spesso rinunciare ad una passeggiata nel parco, al sole, per un dovere, può essere dura.
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    postato da , il
    Ah, dimenticavo: io sono un evaso.
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    postato da , il
    Comunque anche questo è un argomento estremamente serio: se l'adempimento del dovere debba per sua natura essere bene accetto, o possa essere compiuto dall'individuo anche a malincuore, contro la sua volontà, giacché per ipotesi vorrebbe fare ben altro.
        E - a monte - quali doveri? Esistono doveri morali, doveri giuridici, doveri sociali, addirittura anche doveri "criminali" (i regolamenti di conti conseguono al mancato adempimento, da parte di alcuni, dei propri "doveri").
        Io parlo dei soli doveri MORALI.  Spesso non si fa questa distinzione, e rimaniamo invischiati in mille "pseudo-doveri", come ad esempio taluni stucchevoli doveri salottieri, che appesantiscono inutilmente la nostra vita...
        Ma anche quanto ai doveri morali, la faccenda non è assolutamente semplice. E' la famosa differenza tra il "non fare" e il "non desiderare", tra i dieci comandamenti di Mosè e il discorso della montagna di Gesù Cristo. Chi non ruba, per Mosè ha rispettato il comandamento; per Cristo, no, se in cuor suo desidera rubare. E dunque non compie il proprio dovere al riguardo non solo il ladro, ma anche chi vorrebbe riuscire ad esserlo impunemente.
        Vista da questo angolo visuale, la nostra povera società malata è piena di ladri: politici e faccendieri sono solo quelli che... ci sono riusciti.
        Ma in realtà qui da noi si ruba (o si tenta di rubare, o quanto meno si vorrebbe rubare) di tutto: impieghi, carrriere, cariche, onori, fiducia, simpatia, rispetto...
        Addirittura le poesie... !!  : ))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

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