Commenti a "Gli aforismi sono aneurismi del pensiero: anse..." di Giuseppe Freda


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Una cosa però vorrei ulteriormente precisarla.
Tu parli della ragione come dell'unica chiave di lettura dell'Universo; ma non è così. L'UNIVERSO E' CAOTICO. EPPURE IL CAOS E' INCREDIBILMENTE RAZIONALE,  perché dà luogo a fenomeni razionalmente ordinabili (anche se non con certezza razionalmente ordinati). Le stelle nascono da moti caotici di condensazione di gas galattici interstellari. Gli elementi pesanti (dal ferro in poi, di cui è fatto in gran parte il pianeta che abitiamo) nascono addirittura da esplosioni: dall'esplosione di supernovae. Il caos genera dunque ordine??? Ti sei mai posto questa domanda?
   Del resto, se analizzi il motivo fondamentale per cui tu ed io siamo venuti al mondo, e poi siamo stati allevati, cioè l'amore tra i nostri genitori e dei nostri genitori verso di noi, non potrai non convenire che si tratti di quanto di più irrazionale e caotico possa esistere (l'amore è istinto, sentimento, poesia vivente); eppure da questo quid di irrazionale nasce e si evolve addirittura la vita, la perpetuazione delle specie viventi: cioè addirittura lo strumento attraverso il quale l'Universo acquisisce VITA E COSCIENZA DI SE STESSO.
    Non tenere dunque in scarsa considerazione il caos del sentimento,  della poesia e dell'irrazionale: senza i sentimenti esisterebbero, con ogni probabilità, solo le pietre. E, forse e senza forse, neanche quelle.
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Vincenzo... hai mai sentito parlare di "poliedricità"?
   Hai mai letto "Il gioco delle perle di vetro" di Hermann Hesse?
   L'uomo è uomo: non è O letterato, O filosofo, O artista, O scienziato, O medico, O avvocato, O medium, O stu*pido, O genio O.... qualsiasi cosa.
   Io ti dico (con Hesse) che solo con la poliedricità si può operare la sintesi di tante conoscenze che, se le affronti una per una, appaiono tra loro scollegate e talora inconciliabili.
   Dunque a te io appaio un letterato che sconfina nella filosofia; ma ad altri che mi conoscono sotto altre vesti appaio un filosofo che sconfina nell'arte, o un pittore che sconfina nella poesia, o uno scienziato che sconfina negli equilibrismi delle parole, o un medium che sconfina nell'estremamente razionale, o un avvocato che sconfina nel giuridicamente irrilevante, o una persona sria che sconfina nel faceto, o una persona futile che sconfina nel serio ... e invece sono un essere umano, che E' tutte queste cose.
   EWlimina le tue caselle precostituite, e apri gli occhi all'insieme del mondo !!!
   Il sapere dei nostri tempi non consente,come ai tempi di Leonardo, la possibilità che un solo essere umano sia al "top" in tutti i campi, e questo è la specializzazione. Ma io ti dico che solo con la poliedricità si può riuscire a collegare le conoscenze che l'uomo HA GIA' ACQUISITO (e torniamo a Hesse) e capire che probabilmente la VERITA' già l'abbiamo sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, perché è nascosta a livello interdisciplinare. Se fossimo tutti api intente all'alveare, ciascuna coi suoi compiti, non vedremmo l'arnia nel suo insieme, e non capiremmo la meraviglia del miele.
   In conclusione: esistono persone che hanno fatto e fanno tante cose nella vita, perché hanno amato e amano tante cose: quelle persone riescono a intuire collegamenti (e torniamo a Hesse), a collegare fili, che gli altri neanche vedono...
   Anche di queste persone il mondo ha bisogno per andare avanti: oggi più che mai.
   Io ho grande fiducia in internet e nella multimedialità, perché è un grandissimo strumento al servizio di collegamenti interdisciplinari.
   E non vado oltre, perché toccherei argomenti troppo importanti per essere trattati in un commento di P&P. Ma prima o poi finirò di scrivere un libro che ho in cantiere, e te ne farò omaggio.
   Mio piccolo, caro, dolce Vincenzo....
   Sorrisone !!!  : )))))))))))))))))))))))))))))))))))))
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Letterati, filosofi, poeti non sono, di solito, persone diverse tra loro: anzi, secondo me nessuno è solo l'uno o solo l'altro.
   E' questo un altro aspetto per via del quale riesce di solito estremamente difficile, se non impossibile, descrivere la realtà con pochi tratti di pennello. Più ampia è la visuale delle cose, più sussiste un rischio, anzi praticamente la certezza, che qualcosa rimanga fuori dal quadro, nell'inespresso.
   D'accordo quanto allo stimolare la riflessione: è questo, più che il porsi come latore di certezze, il principale compito di un buon aforisma. Anche perché il convincimento è sempre un fatto personale, e non troverai mai due persone che vedano le cose esattamente allo stesso modo.
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Secondo me TUTTI  gli aforismi, chiunque li scriva, si fermano su un'angolazione della realtà, senza considerarla nel suo insieme. I motti brevi e taglienti sono per loro natura imprecisi, spesso esprimono idee anch'esse imprecise, e lasciano sempre adito a dubbi interpretativi o a malintesi.
     Salvo mettano in discussione se stessi; ma in questo caso non sono aforismi, perché è tipico dell'aforisma comunicare un'idea come si trattasse di una verità rivelata. Questo nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, l'aforisma non è opera nè ricerca di verità, ma solo gioco di parole ad effetto. Nel che vi è certamente un che di artistico, ma nell'inganno del gioco di prestigio, non nella verità.
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Molto calzante la metafora...un pò triste il senso...ogni moto di parola è espressione del sè, che nel liberare la propria energia attraverso il confronto potrebbe forse trovare in ciò un completamento, o quanto meno un arricchimento.  Ho votato 10 per l'originalità del pensiero e la fluida padronanza della parola.

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