Commenti a "Siamo ancora in un Paese libero?" di Giorgio De Luca

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Una cosa ad esempio inimmaginabile è che noi giovani di allora eravamo pronti a confrontarci e a rispettarci anche al di là delle differenze di vedute politiche. Io personalmente avevo tanti amici di sinistra e tanti di destra, perché altro erano i rapporti personali, altro le vedute politiche. E mica stavamo lì a pendere dalle labbra dei nostri "segretari di partito"...
Quanto ai professori, erano professorONI e basta. Insegnavano sul serio, la gente studiava sul serio, e tutto veniva fatto sul serio.
Poi alcuni teorico-pratici im*bec*illi hanno anche am*maz*zato sul serio.
E da lì è nata la fine del 68.
E anche naturalmente dalla TV, che è stata peggio delle pallo*ttole.
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Quando dico i figli dei nostri figli, mi riferisco a quelli che avevano più anni di me nel '68.
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No Giorgio, un momento: i figli dei nostri figli ancora (fortunatamente?) non hanno trasmesso nulla: mica siamo centenari !!! : )))
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Proprio così...
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Sergio, capisco la tua rabbia, ma ti assicuro che quelli della mia generazione (nel 68 avevo 18 anni) hanno insegnato ai propri figli come gestire quanto avevano faticosamente ottenuto. Non credere sia stata una passeggiata, è costato sacrificio e determinazione. Al di là del credo politico di ognuno c'era la massa che voleva il cambiamento e così è stato. Sono i figli dei nostri figli che non sono stati capaci di trasmettere quanto loro insegnato e sai perché, è sopraggiunto il benessere ed hanno dimenticato. Questa è la verità.

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