Commenti a Nei meandri della ragione di Giuseppe Freda


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Tornando a quanto dicevo a Gaetano, e ripensandoci, la condivisione di tipo scientifico è indispensabile.
L'altra sarebbe però cosa molto interessante, perché potrebbe condurre non solo le nostre sfere razionali, ma anche quelle emotive a collimare verso fini (anzichè verso pensieri) comuni. Il che è ciò che manca oggi all'umanità.
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Dana, per parafrasare un vecchio Carosello adattandolo alla bisogna , "con quegli occhi può dire ciò che vuole".
             : )))))
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Gaetano, quanto a te è diverso. La tua presenza in un mio post, quantunque a metà tra il serio e il faceto, è un onore. : )))))
    Nel merito, non posso che darti ragione. Se noi oggi ci troviamo di fronte ad una scienza fisica che, come dicevo a Giulio, è assolutamente impercettibile addirittura alla nostra immaginazione, figurati come avrebbe potuto fondarsi sulla percezione una qualsiasi tesi dimostrabile scientificamente.
    Io avanzo però al riguardo due dubbi:
1) La scienza ha davvero esaminato senza preconcetti tanti fatti paranormali di cui sono piene le nostre cronache e anche le nostre esperienze (parlo non solo delle esperienze personali, ma anche di quelle riferite da persone vicine di tutta credibilità)?
2) In particolare per chi le ha vissute, certe esperienze rimangono dei caposaldi irrinunciabili. In particolare, penso in questo momento a persone che hanno avuto esperienze di prem*orte (cfr. Moody jr., La vita oltre la vita, e anche libri successivi). In questo campo, ho parlato direttamente con almeno 5 persone che avevano avuto quell'esperienza. Ciò che era sconvolgente era il mutamento di idee e di personalità che avevano subìto. Cose davvero impensabili. Ho conosciuto un ingegnere di Milano 2 che fino al giorno prima girava in Porsche, e il giorno dopo quell'esperienza donò tutto ai poveri, e si fece diacono. Lo conobbi (e mi raccontò la sua storia) perché fu lui, al Camposanto, a benedire la bara di mia madre.
   Ecco, questi casi testimoniano quanto un'esperienza individuale possa essere coinvolgente e convincente. E mi chiedo: se tutti avessero esperienze del genere, vi sarebbe bisogno di una condivisione intellettuale di tipo scientifico? O non basterebbe una condivisione della sola esperienza?
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gli sarà venuto un brivido perchè ha trovato una Falda Freda ! hi hi hi:-)))) scusa ma non ho resistito alla battutina
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Giulio, io spero vivamente che anche tu non abbia capito un Kaiser di questa faccenda della bolla, e che abbia inserito questo commento, con lo spirito sottile che ti è solito, al solo fine di confondere ulteriormente le menti, sinora già librate tra percezione e ragione, logica e sentimento, put*tanata e realtà, da ultimo anche filosofia e teosofia.
   Ma io sento il dovere di precisare una cosa.
   Già da prima, ma soprattutto da Einstein in poi, i modelli fisico-matematici creati dalla scienza non sono più fruibili dalla mente umana a mezzo di rappresentazioni realistiche. In altri termini, non è più possibile alla mente umana farsi un'immagine del modello, che rimane dunque fruibile solo ed unicamente a mezzo della simbologia matematica con cui viene rappresentato.
    Che significato ha un universo a 7, o anche 21 dimensioni? Riesci ad immaginartelo, tu? Eppure, matematicamente (e anche fisicamente) è possibile. E... provati a leggere un libro di Penrose o di Hawking. Ti sembrerà di capire, ma in realtà tutto è incomprensibile perché l'immagine è oscura, nebulosa, o addirittura fuorviante.
    Bisogna incominciare dalla teoria dei tensori, poi proseguire con la meccanica razionale, e poi... forse, si è in grado di comprendere queste teorie; ma solo in termini strettamente fisico-matematici; mai in termini di rappresentazione immaginativa.
    Dunque la bolla di sapone non deve turbare; anche perché è da tempo in voga una nuova scienza, la cosmologia, la quale è riserva di caccia dei fisici teorici, i quali esprimono le teorie più strampalate, tutte ASTRATTAMENTE possibili perché matematicamente coerenti; salvo che i fatti hanno sempre dimostrato che non conta il potrebbe essere, ma ciò che è. E ciò che è si è di solito rivelato diverso dalle più solide supposizioni; e semmai ancora più inquietante...
    E mi viene alla mente ciò che mi raccontava mio padre circa un rabdomante che trovò, in un suo terreno (il terreno su cui insisteva una fabbrica in cui lavoravano  500 persone), una tanto insperata quanto sospirata falda acquifera. Costui disse di scavare in un certo punto, a 80 metri di profondità. Ma era una bella impresa, mio padre non ci credeva. Allora l'uomo lo invitò a rendersene conto lui stesso. Gli mise la bacchetta tra le mani, e, mentre mio padre camminava, appoggiò (solo appoggiò) le mani sulle sue. Giunti nel punto in cui si trovava la falda, la bacchetta cominciò a tremare fino al punto che mio padre, con due mani, non riusciva a tenerla.
E si convinse. E fece trivellare. E l'acqua fu trovata. Esattamente a quella profondità.
    Questo è un fatto, ancora privo di spiegazione.
    Alla faccia della bolla-universo a 4 dimensioni, e di Panorama scientifico.
    Absit iniuria verbis.
(Qualcosa non gira, ultimamente. Sono costretto a pronunziare queste magiche e delicate parole con troppa frequenza).
     : ))))))))))))

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