Commenti a "Talvolta scrivo una lettera greca, un theta o..." di Hermann Hesse


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Intervengo a spezzare una lancia in favore di Vincenzo, e la mia considerazione è semplice: un punto di riferimento, sia pure in una prospettiva antagonistica, è necessario. Tutte le idee e tutti i modi di esprimerle sono utili, non foss'altro che per riflettere, valutare e discutere, semmai anche dissentendone.
     Inoltre, molte delle idee del nostro caro comune amico sono valide e degne di condivisione.
     Fine dell'assolo di violino. : ))))
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Né io ero qui per fare il poeta, per predicare o dipingere, non ero qui per questo.
Tutto ciò è secondario.
La vera vocazione di ognuno è una sola,
quella di conoscere se stessi.
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente,
non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente.
Il problema è realizzare il suo proprio destino,
non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé.
Tutto il resto significa soffermarsi, è una mezza misura,
è un tentativo di fuga, è il ritorno all’ideale di massa,
è adattamento e angoscia di fronte a se stesso.
Hesse
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mi scusi Cataldo..ma mi viene da sorridere..per quello che ha scritto...lei vive di preconcetti...o meglio di schemi...ecco quello che fa la filosofia...che dovrebbe aiutare a pensare ad aprire la mente...ma...in realtà a quanto pare...non ci riesce molto beme...quando parlo di sensibilità...io mi riferisco ad altro....non parlo delle sdolcinature...nè di parole zuccherate...io parlo di vite vissute...trovo che lasci più un segno una vita vissuta...e poi trasfusa in poesia o in racconti piuttosto che teorie...che non posso neanche contestare...primo...perchè l'autore è ormai all'altro mondo...secondo perchè le posso interpretare a modo mio...e non potrei neanche...e dico nenche avere il piacere di poter sentire ribattere ciò che non condivido...o capisco a modo mio...Perchè mai....le teorie di qualcunaltro dovrebbero...insegnarmi ...più di una poesia...di un racconto...di un semplice silenzio...di un panettiere.?...vede...si può imparare da tutto...ma non attribuiamo lo scettro dell'insegnamento alla filosofia...francamente la filosofia ha fatto anche i suoi danni con teorie...assurde e inumane....e pericolose....daltra parte...se non ricordo male il filosofo è un uomo..ne più ne meno...di un poeta....si legga....la filosofia...ma lungi dal considerarla..vangelo.....
cmq...meglio un panettiere...che un bohemienne...come vede non sa molto delle donne....
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postato da Federica Astolfi, il
Okay, riscrivo...

1. Sono d'accordo con Giuseppe Freda nel commento #26 perchè
2. non credo che "la filosofia fa bene a metterei dubbi ma l'arte fa molto di piú, ti fa crescere e spinge al tuo miglioramento". Credo che la Filosofia aiuti ad Essere e l'Arte ad Esprimersi. Un'arte senza filosofia di fondo è vuota, mentre una filosofia è vana se non viene applicata nell'azione, nell'esperienza.
3. il tema sottostante dell'intero libro N&B di Hesse è secondo me proprio l'arte. Boccadoro non finirà mai l'opera la più importante della sua vita perchè è essa stessa che non vuole rendersi visibile; come se la sostanza non si lasciasse ingabbiare in una forma; come se l'artista, qualsiasi forma sia, rimarrebbe sempre insoddisfatto, considerandola sempre imperfetta; come se ciò che lui definisce madre (e da cui discendono la m0rt3, il vivere, l'amore ed io direi l'essere) non si lasciasse tradurre, facendo di conseguenza venir meno la necessità di rappresentarla.
4. ho reputato pesante e noiosa la parte centrale del libro, quella in cui Boccadoro accumula avventure come freddi numeri (ma credo che, in fondo, sia stata la finalità dello scrittore che ha indotto il protagonista a domandarsi perchè tutte tornano a condurre la loro quotidiana ed ipocrita vita e nessuna segue la sua). Bellissimo il pezzo in cui viene descritto un Boccadoro inc4ttivito dalla vita, sprezzante della m0rt3 perchè incurante della vita. Unica la luce che contraddistingue la piccola Lidia...
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postato da Federica Astolfi, il
Devo solo fare un respiro profondo ed evitare di perdere la calma nel chiedermi che fine abbia fatto quello che ho appena finito di scrivere...

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