Commenti a "Le gioie violente hanno violenta fine, e..." di William Shakespeare


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Ma vorrei tentare, come al solito, di andare più a fondo. 
Ammettiamo di volerci porre dinanzi agli occhi tutte le religioni esistenti, e di volerle studiare a fondo, per decidere a quale di esse aderire.
Orbene, se in questa disamina assumiamo come criterio discriminante la RIVELAZIONE, non arriviamo da nessuna parte. Infatti, dal medesimo ceppo sono nate almeno 3 religioni rivelate, l'ebraica, la cristiana e l'islamica, in evidente contraddizione tra loro: sono in tutta evidenza ANTITETICHE, non complementari !! E quale dunque sceglieremo??
Se poi, anziché la rivelazione, poniamo a criterio discriminante l'effettivo MAGGIORE O MASSIMO POTERE del DIO cui tali religioni si riferiscono, la faccenda diviene ancora più ardua: giacché ciascuna divinità asserisce di essere più potente delle altre. E semmai la divinità più terribile e vendicativa (cito a orecchio il dio Baal) può apparirci la più potente.
   Se invece eliminiamo il POTERE DIVINO, l'AUTORITA' e l'IPSE DIXIT, ed esaminiamo i CONTENUTI, cioè le norme di condotta e del sentire che queste religioni prescrivono; se cioè esaminiamo il VALORE delle dottrine, i pochi princìpi espressi nei Vangeli appaiono, nella loro semplicità, immediatamente VERI a chiunque si accosti alla lettura con spirito libero e non condizionato da preconcetti confessionali o filosofici.
    Questa grande verità esplode evidente dalla inconfutabile superiorità del principio dell'homo homini deus: fratellanza universale, amore del prossimo, non fare agli altri ciò che non si vorrebbe venisse fatto a sé stessi, perdono, amore per il nemico. Non solo la ragione, ma il nostro io profondo, se libero da preconcetti, non può che ritenere questi princìpi veri e superiori. E il principio della rivelazione e dell'ipse dixit si ribalta nell'accettare una religione non perché (o, se vogliamo, non solo perché) l'ha rivelata Dio o il figlio di Dio, ma perché i suoi princìpi e precetti sono tali da essere condivisibili da ogni essere umano "di buona volontà", e dunque TESTIMONIANO PER CIO' SOLO DELLA LORO PROVENIENZA.
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Esistono corposi trattati di teologia a questo riguardo. Prima di rifiutare queste asserzioni, a mio avviso è però bene approfondirne il senso.
    Io per esempio posso darti per certo che il dogma dell'Immacolata Concezione non c'entra niente con la nascita di Gesù Cristo, perché non riguarda il suo concepimento, ma il concepimento di Maria, che il dogma assume concepita senza peccato originale.
    Ti dico questo per invitarti molto sommessamente, ove la questione ti interessi, e prima di esprimere giudizi categorici, ad approfondire quel "generato, non creato".
     Al riguardo non posso tuttavia darti io stesso lumi, in quanto (in via generalissima) ritengo questi problemi teologici non di secondaria, nè di terziaria, ma di quaternaria importanza.
     Ciò che per me conta, come ti dicevo, è la percezione.
     Ed io percepisco senza ombra di dubbio l'intrinseca verità dell'equazione amore di Dio = amore del prossimo, che si riduce all'altra Dio = prossimo ("ciò che avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avrete fatto a me"); tanto mi basta e mi supera per aderire con tutte le mie forze alla superiorità di questa dottrina rispetto a qualsiasi altra.
     E, naturalmente, per rendermi conto di quanto, purtroppo, le gerarchie ecclesiastiche siano lontane dall'applicarla. Il che, però, non può essermi di scandalo quanto alla dottrina, ma solo quanto alle suddette gerarchie, che, novello sinedrio, perpetuano quotidianamente la crocifissione del proprio Dio.
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Rispondo a Flavia: come noto, il voto di castità non riguarda solo i francescani, ma tutti i sacerdoti, ed anche membri laici di organizzazioni religiose come l'Opus Dei.  Trova il suo fondamento nelle parole del Cristo riportate in Matteo, 19, 12: "Vi sono eunuchi che sono tali fin dal seno della madre, vi sono eunuchi che sono stati resi tali dagli uomini, e vi sono eunuchi che si sono resi tali per il Regno dei cieli. Chi può capire capisca".
   L'ascetismo cristiano comporta il dispregio di ogni cura e piacere mondano, e lo svolgimento della vita in funzione della sola preghiera e della cura delle anime. Nell'epistolario di Padre Pio, figura ascetica di elevatissimo spessore, è di continuo presente il desiderio della m0rte, cioè della fine dei lacci della carne, che impediscono la totale unione con lo "sposo delle anime". Questo desiderio, nel caso di specie, era confortato dalle inaudite esperienze mistiche del frate, molte delle quali narrate, nell'epistolario in parola, ai suoi direttori spirituali.
     Dici bene in definitiva quanto al rinnegare di essere nati: spesso infatti Padre Pio esprime il "cupio dissolvi", o addirittura lamenta il giorno in cui è venuto alla luce...
     Naturalmente, il voto di castità assume contorni diversi per i mistici e per i sacerdoti - diciamo così - "normali" o "di mestiere". Nel senso che, pur essendo in entrambi i casi una regola, nel primo caso è (o dovrebbe essere, perché le mele "marce" sono dappertutto) cosa non solo accettata, ma desiderata, ed assolutamente fuori discussione.
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Una sola cosa mi devi però spiegare: cosa c'entra l'Immacolata Concezione. Non l'ho capito.
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Perché
i francescani fanno voto di castità?

Che mistero è questo?
E' come voler rinnegare di esser nati.

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