Commenti a "Dovrai sempre subire delle critiche! Di te..." di Charlie Chaplin


21
postato da , il
Se ognuno tende a esibirsi
in recitazioni edificanti...
perchè poi si tradisce
rivelandosi incapace di autocritica
verso dei suoi comportamenti
e sentimenti autosvalorizzanti e cadute di stile...?


Vuoi la rosposta...?

Perché questa persona è anche colui
che nutre sentimenti autosvalorizzanti e...
ha cadute di stile...
insomma se recita recita se stesso...!

E la vita diventa recita...
quando mostri di te i lati falsi...!


Crissimo Dario...
Restituisco l'abbraccio!!! :-))
20
postato da , il
Sii libero, nessuno è così importante da tapparti le ali.
19
postato da scheggia52, il
Stupendo il disegno, meravigliosa la storia.......per certi versi mi ricorda "Piccolo Principe"....:la sua amicizia con la volpe!!!!!! Ti sono grata, Agatina, per avermela fatta conoscere. Un abbraccio!
18
postato da , il
Scheggia: Storiella:

C’era una volta un uccellino,
con ali perfette e piume lucenti, colorate e meravigliose.
Insomma, un animale creato per volare in libertà nel cielo e rallegrare chiunque lo vedesse.
Un giorno, un uomo vide questo uccellino e se ne innamorò.
Stupefatto, si fermò a osservarne il volo con il cuore che batteva all’impazzata e gli occhi brillanti di emozione. Lo invitò a volare vicino a lui, e insieme vagarono attraverso i cieli e le terre in perfetta armonia.
Lui ammirava, venerava, celebrava quell’uccellino….
Ma poi pensò: “E se volesse conoscere le montagne lontane?”.
Ebbe paura.
Paura di non provare mai più quel sentimento con altri uccellini .
E provò anche invidia: invidia per la sua capacità di volare.
Si sentiva solo. E allora disse: “Preparerò una trappola. La prossima volta che arriverà, non potrà più andare via”.
L’uccellino parimenti innamorato, tornò il giorno seguente, cadde nella trappola e fu imprigionato in una gabbia.
Lui trascorreva ore a guardarlo, tutti i giorni. Era l’oggetto della sua passione e lo mostrava agli amici, che dicevano “Ma tu hai davvero tutto”.
Poi però cominciò a verificarsi una strana trasformazione: visto che possedeva l’uccellino, e non aveva più bisogno di conquistarlo, lentamente perse interesse per lui. E l’uccellino, non potendo volare ed esprimere il senso della propria vita, a poco a poco deperì, la lucentezza delle sue piume svanì e divenne brutto.
L’uomo non gli prestava più attenzione, se non per nutrirlo e pulirgli la gabbia.
Un giorno l’uccellino mo~rì.
Lui ne fu profondamente rattristato e iniziò a pensare sempre a lui. Tuttavia non si ricordava della gabbia, rammentava soltanto il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta, mentre volava felice fra le nuvole.
Se avesse osservato se stesso, avrebbe scoperto che ciò che l’aveva colpito in quell’uccellino era la libertà, l’energia delle sua ali in movimento, e non il suo corpo fisico.
Senza l’uccellino, la sua vita perse di significato, e la M0~rte andò a bussarle alla porta.
“Perché sei venuta?” le domandò lui.
“Per farti volare di nuovo insieme a lui nel cielo,” rispose la Mo~rte.
“Se lo avessi lasciato partire e tornare, lo avresti amato e ammirato anche di più.
Ora invece, hai bisogno di me per poterlo rincontrare”.


"Perchè ognuno di noi può essere un uomo o un uccellino"
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postato da , il
Scheggia: Graszie!!!
  

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,,Il mio cammino,,,
,,,,,,,,continua,,,,,,,,,
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