Commenti a Poeta che ascolta una rossa cascata di Leonardo Omezzolli


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Il tuo usare il sonetto lo trovo invece molto interessante. e di ottimo risultato.
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Kop è perfetta così come l'hai organizzata, la forma al contenuto: dalla bottiglia al calice è ossigenato bene.
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Come hai detto tu lo si rivela strada facendo. Nel cammino della mia vita, nella mia camminata, ho ritenuto questo un ottimo compagno di vita.

Per quanto riguarda la metrica il sonetto è proprio quello che stavo cercando.
Non voglio che scorra con musicalità. Volevo proprio delle aspettative negate, della grettezza, dell'incoerenza. Un incespicare. Un ballo perfetto per una musica perfetta con tempi diversi e quindi non sovrapponibili.
Questo per reggere al senso della poesia:
Vi sono due importanti figure: il poeta e il vino.
Entrambi possiedono un loro animo, una loro corporeità. Hanno i loro profumi i loro aromi, le loro esperienze. Questi due mondi così diversi unendosi vanno a confluire in un terzo mondo. Un mondo sconnesso, bizzarro, visionario che è ispirazione per il poeta.

Se la poesia fosse scivolata via su una musicalità aspettata la sua potenza sarebbe durata l'attimo di una canzone. Non avrei potuto permetterlo.
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Per ciò che concerne "la tecnica poetica" renderebbe meglio strutturata in verso libero (scorre senza interruzione) che in sonetto.
La struttura in sonetto crea delle "aspettative di musicalità" di cui la poesia è priva.
Con  sincera stima.
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I compagni di vita? Se "ottimi", lo si rivelano...strada facendo.
Perbacco!

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