Scritta da: Giorgio De Luca
Chi non sopporta una croce non merita una corona.

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    Vincenzo, il mio era solo un "espormi" con parole che nessun uomo puo' sostituire,era una risposta a Giulio, dicendo che non importa chi ti aiuta a portare" una croce", il peso di una vita,oppure il modo in cui lo fa, l'importante e' il fine ultimo, che nel caso della croce di Gesu' era poter chiamare e abbracciare sua madre: un respiro, tra tanto dolore.
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    Alcione,
    grazie a nome di tutte le mamme.
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    Sono i giudei, che ancora imprecano per la sosta causata dalle pie donne e dicono: «Presto! Domani è Pasqua. Bisogna finire tutto entro sera! Complici! Derisori della nostra Legge! Oppressori! A m*orte gli invasori e il loro Cristo! Lo amano! Veh! come lo amano! Ma prendetelo! Mettetelo nel vostro ma-ledetto Urbe! Ve lo cediamo! Non lo vogliamo! Le carogne alle carogne! La lebbre ai lebbrosi!». Longino si stanca e sprona il cavallo, seguito dai dieci lancieri, contro la canea insultante, che fugge una seconda volta. Ed è nel fare questo che vede fermo un carretto, certo salito li dalle ortaglie che sono ai piedi del monte, e che attende col suo carico di insalate che la turba sia passata per scendere verso la città. Penso che un poco di curiosità nel Cireneo e nei suoi figli lo abbia fatto salire fin lì, perché non era proprio necessario per lui di farlo. I due figli, sdraiati sull'alto del mucchio verdolino delle verdure, guardano e ridono dietro i giudei fuggenti. L'uomo invece, un robustissimo uomo sui quaranta-cinquant'anni, ritto presso il ciuchino che spaventato cerca di rincula-re, guarda attentamente verso il corteo. Longino lo squadra. Pensa gli possa far comodo e ordina: «Uomo, vieni qui». Il Cireneo finge di non sentire. Ma con Longino non si scherza. Ripete l'ordine in un modo tale che l'uomo getta la redine ad un figlio e viene vicino al centurione. «Vedi quell'uomo?», chiede. E nel dire così si volge per indicare Gesù e vede a sua volta Maria, che supplica i soldati di farla passare. Ne ha pietà e urla: «Fate passare la Donna». Poi torna a parlare al Cireneo: «Non può più procedere così carico. Tu sei forte. Prendi la sua croce e portala per Lui sino alla cima». «Non posso... Ho l'asino... e riottoso... i ragazzi non sanno tenerlo...». Ma Longino dice: «Vai, se non vuoi perdere l'asino e acquistare venti colpi di castigo». Il Cireneo non osa più reagire. Urla ai ragazzi: «Andate a casa e presto. E dite che vengo subito», e poi va da Gesù. Lo raggiunge proprio mentre Gesù si volge verso la Madre, che solo ora vede venire verso di Lui, perché procede così curvo e ad occhi quasi chiusi che è come fosse cieco, e grida: «Mamma!». É la prima parola, da quando è torturato, che esprima il suo soffrire. Perché in quel grido c'è la confessione di tutto e ogni suo tremendo dolore di spirito, di morale e di carne. É il grido straziato e straziante di un bambino che muore solo, fra aguzzini, fra le peggiori torture... e che giunge ad avere paura anche del suo proprio respiro. É il lamento di un fanciullo delirante che è straziato da visioni d'incubo... E vuole la mamma, la mamma, perché solo il suo bacio fresco calma l'ardore della febbre, la sua voce fuga i fantasmi, il suo abbraccio fa meno paurosa la m*orte...Tratto dal 10° Volume dell’Opera: “L’Evangelo come mi è stato rivelato”
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    signor Pintus, costretti o no, e' un piccolo bene che ci alleggerisce ... la schiena  :)))
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    Da un punto di vista razionale, mancano gli elementi; ciò non esclude che poi ciascuno possa pensarla come crede. Possiamo dire come avremmo agito noi in un caso del genere. Ma anche questo è relativo: in certe situazioni bisogna trovarcisi.

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