Ho viaggiato tanto ma sulla nave di ritorno dalla Danimarca mi è successo qualcosa di inaspettato. Ho capito che a quel viaggio così bello sarebbe successo qualcosa di brutto Dovevo cominciare a dire addio a mio Padre.
La poesia mi insegue ovunque vado, mi bussa alle spalle, mi invita ad interpretare quello che mi invade e mi fa inerpicare sui sentieri più belli che mi cercavano.
Ogni giorno si ha l'opzione di: creare, ideare, esprimere, condividere, dipingere, intingere, emanare, rafforzare, sublimare. Ma le persone si limitano a giudicare, a insinuare, a criticare, a inventare, imitare, emulare, stando fermi lì a fare niente.
Mi ripresenterò davanti a quella porta
quella casa mi aspetta,
porterò là i miei ricordi e li poggerò lì alle finestre
così se il sole le vorrà accarezzare,
loro sapranno aspettare.
Lì potranno rincontrare
quei giorni dove correvo lì felice e sognavo le mie fate
e il mio grande desiderio era di vivere lì per sempre.
Di portare là i miei figli e dire sai io mi sedevo lì,
dietro quel mattone c'è un mio dentino,
su quel albero c'era un nido di api dispettose,
sai se mi arrabbiavo mi rifugiavo nella mia stanza
abbracciavo il cuscino e scrivevo su carta profumata.
Il mio nonno mi svegliava bussando alla porta piano piano,
mia nonna mi sorrideva dalla finestra della cucina.
Papà scuoteva la testa quando uscivo con la bicicletta
per farmi capire che era in pensiero,
le mie amiche arrivavano e io le aspettavo dietro al cancello
con il cuore che mi batteva forte.
È indimenticabile quella casa
perché li c'era il mio passato da custodire
e da anni che lo tengo qui
nella mia anima,
mi ripresenterò davanti a quella porta
giuro.
Che bello porgere la nostra anima nei confronti della vita con un proposito tanto profondo: "impegnarsi a conoscere". Conoscere l'essenza delle cose, tutto quello che racchiude una parola, l'importanza dei pensieri, la ricchezza che solo imparando a conoscere vediamo negli altri. Una voglia inarrestabile di vivere in pace, di donare tranquillità dopo averla conosciuta. Se si sa conoscere e riconoscere è naturale rispecchiarsi, e quindi rispettare la vita che viviamo, ma soprattutto quella degli altri.
Spesso si ha sete di serenità, sete di armonia, sete di notizie belle. Ci si ritrova davanti un tavolo antico, su cui appoggiare i gomiti e abbozzare un bilancio di ciò che stiamo vivendo. Un rampicante che simboleggia l'arrivo di nuove speranze, una sedia che ci indica se aspettare e mettere in pratica saggezza, o alzarci di scatto e affrontare tutto di impeto. Ma come in milioni di altre situazioni nella vita abbiamo bisogno di una persona che ci sprona, ci viene dietro le spalle e ci legge nei pensieri, ci accarezza le inquietudini, sono sempre le presenze che danno svolte da soli non vediamo quella luce nuova per fare il passo avanti. Non sentiamo quella voce che ci dice di reagire.
Quando metto le mani sul viso con stupore apro gli occhi come per dire Non posso crederci! È una sensazione unica, emozionarsi di cose semplici. È così difficile farlo oramai. Si cercano cose eclatanti, adrenalina, brividi e basta. Io non ne sono alla ricerca, mi piacciono felicità semplici e pure, quelle che fanno un tonfo al cuore e voglio viverle così, per sempre.
La poesia è poesia quando porta con sé un segreto.
Un tulipano non combatte per impressionare nessuno. Non combatte per essere diverso da una rosa. Non ne ha bisogno. Perché è diverso. E c'è spazio nel giardino per ogni fiore.
A prescindere dalle idee, ammiro chi fa autocritica. Ci vuole coraggio, è come sanguinare davanti agli squali.