Scritta da: Eclissi
Noi donne siamo nate - o siamo state educate così? - attente a tutto quello che accade agli altri, ma assai poco a ciò che ci riguarda in prima persona. Nel linguaggio del non detto, viviamo protese verso "l'altro finale": la maternità. I figli maschi non si accorgono di nulla, loro giocano a pallone; le femmine, invece, si preoccupano perché il viso della mamma è segnato dalla tristezza: da sempre sanno riconoscere le espressioni della tristezza.

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    condivido il concetto di complementarietà, ma è anche vero che deve esserci un territorio comune dentro il quale riconoscersi e poter parlare con un linguaggio comune, quale esso sia, altrimenti non è possibile mescolarsi come dice Eclissi,ma si rimarrebbe uno di fronte all'altro, senza compenetrazione la complementarietà è inutile, e la compenetrazione non ha percorso diverso da quello dei sentimenti.
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    è vero, Paul. Questi due Universi (il Femminile ed il Maschile, seppure diversi, si sfiorano e toccano continuamente, mescolandosi, come onde di due mari uno di fronte all'altro..
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    ...se non fossimo diversi, non saremmo complementari. Esistono molti uomini simili a queste donne e molte donne che hanno lottato per acquisire i difetti dei peggiori uomini.

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