Scritta da: Leandro Mancino
Il mio primo orologio lo rubai a mio padre, andavo in giro a ostentare un'enorme oggetto senza saperne nemmeno l'utilità.
Amavo sentire quel cinturino di pelle attorno a qul fragile polso e la cassa gelida venir poi riscaldata dalla mia pelle.
E il rumore... quel ticchettio che di notte, quanto non si riusciva a dormire, mi accompagnava per ore e ore.
Dolce compagno di clandestini pensieri.
Erano quelli i sogni di un bambino che si immaginava adulto.

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