un nemico di far diventare un amico, bisogna accettare il suo comportamento, o cercare far cambiare, in ogni caso è uno sforzo immenso, e forse non vale la pena :-)
Anche chi priva del diritto di vivere un altro essere umano fa, di fatto, parte della vita. Se gli infliggiamo una pena di mo*rte, ci ergiamo a giudici ed arbitri della vita, con ciò abbassandoci al suo stesso livello. Bisogna piuttosto (ovviamente) impedire che possa fare altro male, il che si può conseguire con misure meno drastiche.
Umanamente non posso darti torto.
Però la condanna deriva dal giudizio.
E il giudizio è sempre fallace, perché noi non conosciamo i meandri dell'animo altrui.
Possiamo giudicare l'azione; ma se giudichiamo l'uomo, giudichiamo noi stessi, non lui, perché giudichiamo ciò che pensiamo di lui.
Un pazzo, ad esmpio, agisce senza neanche rendersi conto di ciò che fa.
Inoltre la vendetta è il frutto del male: è il male che ha generato altro male.
Per bloccare questa catena c'è solo il perdono.
Solo il perdono blocca la catena del male, e ne inverte, con l'esempio, il diabolico moltiplicarsi.
Questo in linea di principio. Nella pratica, non sempre ci si riesce, soprattutto quando trovi gente che persiste nel livore. Tuttavia la via è quella.
Commenti