Quando si sceglie un mestiere abbiamo il dovere morale di farlo bene, per noi e per gli altri, meglio un laureato in legge che diventa un buon artigiano che un laureato in legge che diventa un avvocato disonesto o un cattivo magistrato.
Composta domenica 21 ottobre 2012

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    postato da , il
    avete tutti ragione, diciamo che io ho lanciato l' amo e voi avete fatto la buona pesca con riflessioni pienamente condivisibili
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    postato da bluedeep, il
    Purtroppo nessuno può garantire che un laureato disonesto - il cui operato  produca , cioè , frutti  cattivi in ciò per cui debbono essere giudicati - abbia più probabilità di  avere successo in un altra attività del tutto differente - infatti l' onestà non è una qualità che possa essere riconducibile ,ad esempio, alle  scarpe di un calzolaio.
    Comunque , se fossi costretto a scegliere tra un cattivo calzolaio  ex magistrato- cattivo perchè il frutto del suo lavoro  e cioè le scarpe, non sono state fabbricate a regola d' arte - ed un cattivo legislatore o magistrato , od altro ancora collocato in alto gerarchicamente  per lo Stato e per la giustizia  - cattivi perchè i frutti del loro operato non sono buoni  e dunque disonesti-    , ebbene , sceglierei il cattivo calzolaio .
    Sia detto comunque che - per tutti coloro che sono soliti ragionare con i piedi - il mal di testa sarebbe molto probabile  , ma anche  che se gli stessi arti inferiori fossero usati per fabbricare , promulgare , o applicare una legge, forse il mal di testa potrebbe produrre effetti paradossalmente positivi :-))
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    postato da , il
    Questa frase, quantunque conforme al modo di pensare comune,a mio avviso reca in sé un vizio logico, e un vizio logico non da poco.
        Se infatti prendiamo quel laureato in legge che diverrebbe un avvocato disonesto o un cattivo magistrato per mancanza di senso morale nello svolgere il proprio lavoro, cosa mai potrà far sì che, se lo mettiamo a fare l'artigiano, non divenga un artigiano disonesto o un cattivo artigiano???  :) O forse nel laurearsi prima, e nel fare l'artigiano poi, sussiste un indizio certo di senso morale??  : )))))
        La LOGICA, quindi, IMPONE, al limite, di modificare la frase così: "meglio un laureato in legge che diventa un artigiano disonesto o scadente che un laureato in legge che diventa un avvocato disonesto o un cattivo magistrato".  Ma non regge, perché la connotazione più "forte" resta quella della disonestà, e non quella della COMPETENZA, che è la CAPACITA' di svolgere il proprio lavoro...
         La VERITA' è invece che le nostre Università sfornano ormai a getto continuo un'altissima percentuale di docenti e discenti totalmente impreparati (perché facenti parte di una interminabile e nauseabonda catena di raccomandazioni): gente (sia discente che docente) da mandare non ad esercitare il nobile mestiere di artigiano, ma, più semplicemente e realisticamente, a pulire i cessi.
    1
    postato da bluedeep, il
    Giustizia platonica.

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