Scritta da: Mirko Badiale
La prima causa di morte è la nascita.
Composta venerdì 27 giugno 2014

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    Luca 23, 29: "Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato."
    Attendo con impazienza questa "9a beatitudine".
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    Giobbe 3
        1 Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
        2 prese a dire:
        3 Perisca il giorno in cui nacqui
        e la notte in cui si disse: «È stato concepito un
        uomo!».
        4 Quel giorno sia tenebra,
        non lo ricerchi Dio dall'alto,
        né brilli mai su di esso la luce.
        5 Lo rivendichi tenebra e morte,
        gli si stenda sopra una nube
        e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!
        6 Quel giorno lo possieda il buio
        non si aggiunga ai giorni dell'anno,
        non entri nel conto dei mesi.
        7 Ecco, quella notte sia lugubre
        e non entri giubilo in essa.
        8 La maledicano quelli che imprecano al giorno,
        che sono pronti a evocare Leviatan.
        9 Si oscurino le stelle del suo crepuscolo,
        speri la luce e non venga;
        non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,
        10 poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno,
        e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!
        11 E perché non sono morto fin dal seno di mia madre
        e non spirai appena uscito dal grembo?
        12 Perché due ginocchia mi hanno accolto,
        e perché due mammelle, per allattarmi?
        13 Sì, ora giacerei tranquillo,
        dormirei e avrei pace
        14 con i re e i governanti della terra,
        che si sono costruiti mausolei,
        15 o con i principi, che hanno oro
        e riempiono le case d'argento.
        16 Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
        o come i bimbi che non hanno visto la luce.
        17 Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi,
        laggiù riposano gli sfiniti di forze.
        18 I prigionieri hanno pace insieme,
        non sentono più la voce dell'aguzzino.
        19 Laggiù è il piccolo e il grande,
        e lo schiavo è libero dal suo padrone.
        20 Perché dare la luce a un infelice
        e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
        21 a quelli che aspettano la morte e non viene,
        che la cercano più di un tesoro,
        22 che godono alla vista di un tumulo,
        gioiscono se possono trovare una tomba...
        23 a un uomo, la cui via è nascosta
        e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
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    Soprattutto quelli per dis-grazia ricevuta.
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    La vita è un dono, ma a non tutti piacciono i regali.
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    "È funesto a chi nasce il dì natale": Leopardi, "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" (1829-30), v. 143.

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