Scritta da: Catherine Carey
Sono strani i grandi, eh, Milla?
Hanno paura delle risposte.
O forse le conoscono già e non hanno bisogno di salire su un motorino e mettersi a spiare un appartamento per averle.
Mamma è rimasta in salone.
Forse, un giorno, troverà in te la figlia amica che non ha, ti lascerà entrare, ti darà la sua fragilità.
E tu prendila, Milla, e apprezza quel regalo!
Io vi guarderò, nascosta dietro una porta.
Stringila forte, anche per me.
E papà? Dov’è papà, Milla?
Si perderà qualche tuo passo, qualche tua parola nuova. Forse perché avrà un progetto da finire, forse perché preferirà stare in un’altra casa, senza i tuoi giocattoli sparsi sul pavimento e i miei pensieri per aria.
E io, quando lo vedrò tornare, la mattina dopo, lo guarderò in modo diverso, come si guardano quelli come Giorgio, peggio, perché la sua assenza non fa male solo a me.
Tu no, tu continuerai ancora per qualche anno a battergli le mani, a riempirlo dei tuoi sorrisi. Un giorno, però, capirai e gli sorriderai di meno, con le labbra più strette.
Te lo ritroverai sotto casa, ti chiederà scusa per le sue assenze. E tu che farai? Le accetterai le sue scuse? Forse sì, solo per provare un suo abbraccio, per vedere se il tuo sangue si ricorda di lui.
Non sarà facile, Milla, ma adesso è tutto a posto. Dormi. E domani, al tuo risveglio, il tuo papà sarà di nuovo qui.
Non sarà mai andato via per te.
E tutto a posto Milla, e domani ti ritroverai a battere le mani, “che viene papà e tante cose belle ti por-te-rà”

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