Una ragazza vestita di bianco avanzava verso di me, pedalando lungo la strada in salita.
L'alba in controluce permetteva di scorgere la sua silhouette sotto il vestito di cotone.
I lunghi capelli color fieno ondeggiavano coprendole il volto.
Rimasi immobile, guardandola avvicinarsi, come un imbecille durante un attacco di paralisi.
La bicicletta si fermò a un paio di metri da me.
I miei occhi, o la mia immaginazione, intuirono il contorno di due agili gambe che si posavano a terra.
Risalii con lo sguardo il vestito che sembrava uscito da un quadro di Sorolla fino a imbattersi nei suoi occhi, di un grigio così profondo da poterci cadere dentro.
Erano fissi su di me con un'espressione sarcastica.
Sorrisi e feci la mia migliore faccia idiota.
Composta lunedì 7 marzo 2011
dal libro "Marina" di Carlos Ruiz Zafón

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