"I tuoi istinti umani... " m'interruppi, e lui attese che completassi la frase. "Beh, mi trovi minimamente attraente anche il quel senso?" Rise e mi arruffò i capelli quasi asciutti. "Non sarò un essere umano, ma un uomo sì".
«È il suo corpo che conta». ribadii. «Non è affatto vero. Non è il volto, ma le sue espressioni. Non è la voce, ma il modo di parlare. Non è come ti sta quel corpo, ma le cose che ci fai. Tu sei bella».
Non sono mai riuscito a cancellare... l'agonia. Il mio cuore non batteva da quasi novant'anni, ma stavolta è andata diversamente. Non lo sentivo più, al suo posto c'era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto ciò che avevo dentro.
"Non temere", mormorai. "Noi ci apparteniamo". Fui immediatamente travolta dalla verità delle mie stesse parole. Quel momento era così perfetto, così giusto, che per nulla al mondo potevo dubitarne. Le sue braccia mi avvolsero stringendomi a lui, estate e inverno. Era come se ogni terminazione nervosa del mio corpo sprizzasse elettricità. "Per sempre", aggiunse Edward e mi trascinò con dolcezza verso acque piu profonde.
"Hai idea di quanto importante tu sia per me? Riesci a renderti conto di quanto ti amo?" Mi strinse più forte contro il suo petto marmoreo e accolse la mia testa contro il mento. Sfiorai con le labbra il suo collo freddo come la neve. "Mi rendo conto del mio amore per te", risposi. "È come paragonare un alberello a un'intera foresta" Alzai gli occhi al cielo senza che Edward potesse vedermi. "Impossibile".
Lei mi guardò, sussultando di nuovo mentre sembrò che mi materializzassi attraverso la nebbia. E poi la sorpresa dei suoi occhi si trasformò in qualcos'altro, e non fui più spaventato, o speranzoso, che i suoi sentimenti nei miei confronti nel corso della notte fossero cambiati. Calore, meraviglia, fascino, nuotarono nei suoi occhi di cioccolato fuso.