Scritta da: Elisa M.
L'amore insensato che provo per lui rimane per me un insondabile mistero.
Non so perché lo amassi al punto di voler morire della sua morte.
Ero lontana da lui da dieci anni quando è successo e pensavo a lui solo di rado.
Come se lo amassi per sempre e niente di nuovo potesse succedere a questo amore.
Avevo dimenticato la morte.
Marguerite Duras
dal libro "L'amante" di Marguerite Duras
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    Scritta da: Elisa M.
    Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie.
    Le aveva telefonato. Sono io. Lei l'aveva riconosciuto dalla voce. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto: ciao, sono io.
    Era intimidito, aveva paura come prima, la voce improvvisamente gli tremava e in quel tremito, improvvisamente, lei aveva ritrovato l'accento cinese.
    Lui sapeva che lei aveva cominciato a scrivere libri, l'aveva saputo dalla madre incontrata a Saigon. Sapeva anche del fratello piccolo, disse che ne aveva sofferto pensando a lei.
    E poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto.
    Le aveva detto che era come prima, che l'amava ancora, che non avrebbe potuto mai smettere d'amarla, che l'avrebbe amata fino alla morte.
    Marguerite Duras
    dal libro "L'amante" di Marguerite Duras
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      Scritta da: Elisa M.
      Un giorno, ero già avanti negli anni, in una hall mi è venuto incontro un uomo.
      Si è presentato e mi ha detto: "La conosco da sempre. Tutti dicono che da giovane lei era bella, io sono venuto a dirle che la trovo più bella ora, preferisco il suo volto devastato a quello che aveva da giovane".
      Penso spesso a un'immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato.
      È sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m'incanto.
      Marguerite Duras
      dal libro "L'amante" di Marguerite Duras
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        Scritta da: Elisa M.
        Ho ritrovato una fotografia di mio figlio ventenne.
        È in California con le amiche Erica ed Elisabeth Lennard.
        È magrissimo, sembra un ugandese, però bianco anche lui. Trovo che ha un sorriso arrogante, un'aria di scherno.
        Vuol dare l'impressione trasandata di un giovane vagabondo. Si piace così, povero, con l'aria da povero, la goffaggine di un ragazzo magro.
        È la fotografia che si avvicina di più a quella, mai scattata, della ragazza del traghetto.
        Marguerite Duras
        dal libro "L'amante" di Marguerite Duras
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          Scritta da: Elisa M.
          Anche lei, quando la nave aveva lanciato il primo addio, quando era stata tolta la passerella e i rimorchiatori avevano cominciato a trainarla, ad allontanarla dalla terra, aveva pianto.
          Lo aveva fatto nascondendo le lacrime, perché lui era cinese e non si doveva piangere quel genere di amanti, nascondendo alla madre e al fratellino il suo dolore, senza lasciar trasparire niente, come erano abituati a fare tra di loro.
          La grossa automobile era lì, lunga e nera, con l'autista vestito di bianco al volante. Era un po' in disparte dal parcheggio delle Messaggerie Marittime, isolata.
          L'aveva riconosciuta da questo.
          Era lui sul sedile posteriore, quella forma appena visibile, immobile, abbattuta. Lei stava appoggiata al parapetto.
          Come sul traghetto, la prima volta, sapeva che la stava guardando. Anche lei lo guardava, non lo vedeva più ma continuava a guardare verso la forma dell'automobile nera.
          E poi alla fine non l'aveva più vista. Era sparito il porto e poi la terra.
          Marguerite Duras
          dal libro "L'amante" di Marguerite Duras
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