Frasi di Luciano Guareschi

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Scritta da: Luciano Guareschi
Ricordo con nostalgia le indossatrici degli anni Sessanta: sorridenti, scivolavano leggiadre e leggere come libellule sulla passerella e sembrava non la toccassero affatto. E vedo quelle di oggi, con quel cipiglio da incazzate, con quella stupida andatura a passo incrociato che di tanto in tanto le fa incespicare, e alzano le ginocchia, e percorrono la corsia con la grazia di un artigliere da montagna che s'inerpica sulla mulattiera portando sul groppone un mortaio da 80 millimetri. E ogni tanto tirano telefonini in testa alla cameriera.
Luciano Guareschi
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    Scritta da: Luciano Guareschi
    Mi è stata aumentata la pensione di ben 19 euro mensili. Una pacchia. Per festeggiare l'avvenimento mi sono concesso l'acquisto di una confezione di salmone affumicato. Prima di aprirla, ho dato un'occhiata all'etichetta, e così ho notato l'elenco degli ingredienti: "Salmone, sale, fumo". Fumo? E come mai non si evidenzia che il fumo uccide, come nei pacchetti di sigarette?
    Luciano Guareschi
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      Scritta da: Luciano Guareschi
      Ieri mattina ho perso ben due ore a pulire quattro o cinque seppie. Alla fine, mentre mi lavavo le mani, mi sono sorpreso a pensare che sarebbe stato meglio evitare le seppie a getto d'inchiostro e comprare quelle laser. Poi sono uscito dall'appartamento per fare due passi e nell'ascensore, dopo aver premuto il pulsante del piano, ho cercato il tasto "invio", senza trovarlo, naturalmente. Così, ho deciso di tenere spento il computer per qualche giorno per disintossicarmi. Questa roba l'ho scritta a manina, con la biro. Ma un paio di volte ho cercato il comando "salva".
      Luciano Guareschi
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        Scritta da: Luciano Guareschi
        Viaggiavo in autostrada, questa estate, in compagnia di una amica portogruarese, che chiamerò Olga, una passeggera piuttosto loquace, di quelle che non smettono mai di parlare contribuendo così a mantenerti bene sveglio. Suona un cellulare, è il suo. Lei prosegue a divulgare il suo verbo al mondo e intanto apre la borsetta e fruga, rovista e scandaglia, ma il telefono continua a squillare, con una di quelle suonerie petulanti che ti fanno innervosire; infine Olga si dà una manata sulla fronte e piagnucola: "Oddio! Vuoi vedere che l'ho dimenticato a casa?"
        Luciano Guareschi
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