Non so esprimere questa solitudine. So solo che non è difficile sentirsi soli e so che anche nella folla si può esser soli. Sono sulla spiaggia, steso sul mio telo mare azzurro e guardo solo l'orizzonte. Gridano vicino a me, parlano, dicono, giocano anche. Solo. Solo perché non sempre è facile raccontarsi. Vorrei manifestare tanti pensieri, tante riflessioni ma il sole è troppo caldo e il mare è troppo bello per destare ascolto. Un minuto. Uno solo.
È autunno. E si sta a metà. Tra lo strascico dell'estate che pulsa ancora nelle intermittenti giornate soleggiate. Tepore. E tra i colori sbiaditi di foglie in volo travolte da schiaffi di vento. Anche grigiore. A metà. Pure confusi. Forse, disorientati. Ma nella certezza di una metà.
"Quando un'anima ti stringe il cuore è perché ha colto il tuo senso". "Il mio senso?" - chiedevo tra me e me. "Si" - rispose - "e risiederà per sempre in te".
Ci si sveglia con le emozioni dentro perché queste non dormono mai. Se l'emozione si assopisse, finirebbero sia i sogni che gli incubi. Gli incubi sono quella parte dei sogni in cui l'emozione non capisce chi sei.
Un giorno mi sono detto: hai percepito le difficoltà di una quotidianità sempre più caotica e meno ordinata; hai definito le domande, gli interrogativi, quali spunti di riflessione che rendono almeno un senso, quando anche le risposte non potrebbero averne. Ti sei dichiarato ansiosamente tranquillo, rivelando, implicitamente, che – ormai - si può essere tranquillamente ansiosi. Hai ricordato le parole quali vecchie amiche, amiche intime, perché - in questa realtà - l'intimità, forse, ha vita nelle poche parole autentiche, vere, sincere. Hai scritto panta rei e carpe diem. Certo, tutto scorre perché la vita corre e non si ferma. Si cresce, si muta, si diventa altri e si scopre la verità. E si conosce la falsità.
Lo so... crescendo il mondo ci confonde e, purtroppo, spesso perdiamo il coraggio di credere nel nostro sogno.
Ma è proprio in quel momento che bisogna cogliere l'attimo.