"Come! Non è il signor d'Artagnan?" Esclamò il commissario. "Nemmeno per sogno!" Rispose Bonacieux "come si chiama questo signore?" "Non posso dirvelo. Non lo conosco" "Come! Non lo conoscete?" "No" "non l'avete mai visto?" "Si che l'ho visto, ma non so come si chiami". "Il vostro nome?" Chiese il commissario ad Athos. "Athos" rispose il moschettiere. "Ma non è il nome di un uomo questo, è il nome di una montagna!" Esclamò il povero funzionario che cominciava a perder la testa. "È il mio nome" disse tranquillamente Athos. "Voi siete il signor d'Artagnan". "Io?" "Si, voi" "non è esatto. Hanno detto a me: Voi siete il signor d'Artagnan. Io ho risposto:" Credete? ". Le guardie hanno strillato che ne erano certe e io non ho voluto contrariarle. D'altronde avrei potuto ingannarmi".
"Edmondo" disse "voi non ucciderete mio figlio!" Il conte fece un passo indietro, gettò un debole grido, e lasciò cadere l'arma di mano. "Che nome avete pronunciato, sgnora Morcef!..." "Il vostro" gridò lei gettando il velo, "il vostro che, solo io forse, non ho dimenticato mai! Edmondo, non è la signora Morcef che viene da voi, è Mercedes!..." "Mercedes è morta, signora" disse Montecristo "ed io non conosco più nessuno che porti questo nome." " Mercedes vive, signore, e Mercedes vi ricorda, poiché lei sola vi ha riconosciuto quando vi vide, ed anche senza vedervi, alla sola voce, Edmondo, al solo accento della vostra voce...
L'esistenza non è più che il compimento ripetuto di un desiderio continuo; l'anima non è che la vestale incaricata di alimentare il sacro fuoco dell'amore.
Era velata, è vero; ma due anni innanzi non avrei avuto bisogno di vederla in viso per riconoscerla, sotto ogni velo: sì, l'avrei indovinata. Pure ancora il cuore mi palpitò al sapere che era lei, e i due anni trascorsi senza vederla, come gli effetti che parevan nati da tanta separazione, sfumarono, svaniti insieme, al solo tocco della sua veste.