Scritta da: Mariella Buscemi
Stretta all'accadere dell'acqua, la risacca mi fa corda. Funi d'appiglio, noi, ogniqualvolta ci siamo detti mare. Tra l'immenso e l'abisso, trattenuta a malapena, agguantata in riva, increspata dal tocco. Sei stato alba e marea, ché sul fare della sera basto già io con il mio buio che scende tra le dita ad ammettere la paura e a chiedere l'abbraccio. E tu, vivo e io notturna. Dormirci. Poi, confonderci. Dirmi cielo, in una notte di mare pieno. Come la luna.

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